2014, NUOVE RESPONSABILITÀ E NUOVE POLITICHE

2014, NUOVE RESPONSABILITÀ E NUOVE POLITICHE

07/01/2014 13:48

Rotolo: «Un piano straordinario del lavoro per mettere in moto, nei prossimi mesi, opere e interventi di natura produttiva»

Interventi e programmi di sostegno all’emergenza sociale delle famiglie e degli indigenti

Il 2014 si è aperto con un'unica priorità: il lavoro! Con l'handicap rappresentato dal fatto che l'anno appena concluso è stato sicuramente il peggiore degli ultimi 10 in termini di fallimenti e chiusure aziendali, di utilizzo abnorme di ammortizzatori sociali, di aumento della disoccupazione e, in generale, del tasso di povertà nell'intera provincia. Come se non bastasse, la difficile condizione economica in cui versano quasi tutte le amministrazioni della nostra provincia contribuisce ad aumentare le tasse invece di diminuirle, impoverendo ancor di più la popolazione e mettendo sempre più in crisi i consumi.

Con un quadro del genere, immaginare buone prospettive sembra quasi una chimera, ma sarà importante il ruolo che ognuno di noi, dal sindacato, alle istituzioni, alle stesse aziende, sarà in grado di interpretare per soccorrere tale emergenza, per dare una speranza di lavoro ai giovani e per far ripartire consumi e investimenti. Occorrono, dunque, responsabilità e partecipazione nuove, e abbandonare definitivamente metodi e politiche redistributive vecchie.

I timori. Sicuramente il perdurare dell'attuale condizione è il più grande. Usciamo da un anno complicato dalle tante e troppe crisi aziendali: in tutti i settori, si contano ormai migliaia di lavoratori in attesa di essere ricollocati, con imprese locali, piccole e medie, in crisi costrette a chiudere e a licenziare i propri dipendenti. A queste, si aggiungono le grandi come StM, Micron, 3Sun che hanno bisogno di un concreto piano di sviluppo per rafforzarle e aiutarle a essere ancora un'opportunità occupazionale nel territorio.

L’emergenza ha coinvolto anche tutta la pubblica amministrazione, con i suoi precari, le società partecipate, la raccolta dei rifiuti, i servizi sociali, la formazione professionale, i Teatri. Di fronte a tali emergenze, il timore più grande è nei confronti di una politica ancorata alla gestione del potere e alle clientele che stenta a innovarsi e a svolgere il ruolo di servizio.

Le aspettative. La crisi ci impone scelte di cambiamento per riformare il vecchio sistema. Il benessere collettivo può arrivare solo se mettiamo in campo comportamenti, idee e azioni rinnovate. La politica deve dimostrare capacità di sintesi e di decisione. È tempo di unire le forze sociali della nostra economia, con un modello e uno spirito nuovo, di cooperazione e collaborazione tra il sindacato dei lavoratori, le imprese, l’Università e la formazione, i governi a tutti i livelli: per un nuovo impegno verso politiche nuove in tutti i settori produttivi e nel pubblico per costruire una strategia sulle questioni strutturali.

Un impegno di confronto e contrattazione, in cui tutti, devono mettere insieme proposte per ridare al territorio una nuova strategia di sviluppo. Con poche priorità: misure e programmi per attrarre e sostenere lo sviluppo e gli investimenti di imprese produttive e di infrastrutture; programmi di riduzione del debito degli enti locali; interventi di riorganizzazione delle società con partecipazione e controllo pubblico.

Un piano straordinario del lavoro per mettere in moto, nei prossimi mesi, opere e interventi di natura produttiva. Interventi e programmi di sostegno all’emergenza sociale delle famiglie e degli indigenti.

Vogliamo accrescere un confronto con le amministrazioni locali per creare e assicurare le condizioni nel territorio perché possano insediarsi e crescere nuove realtà produttive. Un impegno di cooperazione, per affrontare insieme i problemi e le difficoltà delle persone, dei lavoratori e delle imprese, dare nuovi impulsi allo sviluppo; per rimuovere i fattori critici che ostacolano le realtà produttive, come la carenza di infrastrutture, trasporti, ferrovie e metropolitana, i servizi, la burocrazia e la difficoltà di accesso al credito.

In una fase di carenza di risorse interne, occorre impegnarsi al massimo per attrarre e impegnare risorse dei Fondi UE: serve recuperare tempo, per le risorse del piano 2007-2012 e la programmazione 2014-2020 (questi ultimi, per la Sicilia, sono oltre 6 miliardi di euro), per realizzare progetti concreti, per garantire interventi con un piano pluriennale che coniughi risanamento, sviluppo e solidarietà sociale nel nostro territorio.

La Cisl è pronta al confronto e alla cooperazione ed è pronta a fare la propria parte, a mettere a disposizione le proprie proposte in un confronto per un vero patto sociale per il lavoro.

Rosaria Rotolo, segretaria generale Unione sindacale territoriale Cisl Catania

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