DISTRETTO SUDEST, COOPERARE-INTEGRARE-VALORIZZARE PER VINCERE LA CRISI
11/07/2014 15:05
Alla 3Sun, confronto tra la Cisl, le istituzioni e le imprese su sviluppo integrato e cooperazione alla presenza di Raffaele Bonanni
Catania, 10 luglio 2014 - Un territorio che soffre ancora la crisi: perdita di occupazione e fatturati; blocco di settori strategici come edilizia, industria, agricoltura e commercio; pesanti i disagi sociali con erosione dei bilanci familiari e dei pensionati; emigrazione giovanile.
Ma il SudEst siciliano, con le province di Catania, Siracusa e Ragusa, da cooperazione, integrazione e valorizzazione delle eccellenze produttive e infrastrutturali esistenti può trarre opportunità di lavoro e sviluppo durature. Sono le parole d’ordine per dare concretezza al progetto di area vasta, il cosiddetto “Distretto del SudEst”, il cui percorso è stato avviato a febbraio, con la firma della convenzione davanti al Presidente Napolitano.
È quanto emerso dal dibattito organizzato dalla Cisl di Catania, in sinergia con la Cisl Siracusa-Ragusa, col tema “Distretto SudEst - L’unione fa l’evoluzione – Cooperare per valorizzare il territorio”, svoltosi nel sito della 3Sun, l’azienda del fotovoltaico della zona industriale catanese. L’occasione per discutere tra sindacato, imprese e istituzioni del futuro di un territorio con gravi criticità ma con tante potenzialità. Vi hanno assistito oltre 500 tra delegati sindacali, lavoratori, rappresentanti di istituzioni e imprese. Con la presenza importante di Raffale Bonanni, leader nazionale del sindacato cislino.
I lavori sono stati introdotti da Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania. Sono intervenuti Maurizio Bernava, segretario generale Cisl Sicilia; il sindaco di Catania Enzo Bianco; Andrea Cuomo, presidente 3Sun; Nico Torrisi, assessore regionale Infrastrutture e trasporti; Paolo Sanzaro, segretario generale Cisl Siracusa-Ragusa, Tiziana Laudani, sostituto procuratore presso il Tribunale Catania; Giacomo Pignataro, rettore dell’Università di Catania.
Hanno portato il proprio contributo ai lavori anche Giancarlo Garozzo, sindaco di Siracusa; Enrico Puja, commissario dell’Autorità portuale di Augusta; Totò Bonura, presidente Sac Aeroporto Fontanarossa; Francesco Gurrieri dell’azienda La Mediterranea. Ha moderato i lavori il giornalista Antonello Zitelli.
Negli ultimi cinque anni, i territori del Distretto hanno perso 47mila posti di lavoro; 14 milioni sono le ore di ammortizzatori sociali impiegate fino al 2013; quasi 2500 gli emigrati verso l’estero (1600 da Catania; 510 da Siracusa e 355 da Ragusa) nel 2012; la disoccupazione giovanile ha superato ormai il 50%.
Eppure, dall’approfondimento prodotto dall’Osservatorio delle attività produttive della Cisl etnea, i dati sulle dotazioni delle infrastrutture del territorio testimoniano che il distretto dispone di molti elementi di competitività: eccellenze infrastrutturali come l’interporto e l’aeroporto di Catania, l’area portuale siracusana e la struttura e le reti per la telefonia e telematica di cui è dotato il capoluogo etneo; eccellenze produttive, come la microelettronica e le nuove energie, o la farmaceutica nel Catanese, l’agroalimentare nel Ragusano; il petrolchimico del Siracusano; quelle paesaggistiche, naturalistiche e culturali di cui sono ricche le tre province sfruttabili anche in chiave turistica; l’Università di Catania con la ricerca; la sanità di qualità, per esempio con la cardiologia interventistica del Ferrarotto.
Tra le potenzialità del distretto, pur tra le tante difficoltà dovute alla grave crisi, c’è anche un tessuto imprenditoriale fatto da oltre 173mila imprese, con una densità pari a 10 ogni 100 abitanti e una forza lavoro pari a circa 620mila unità.
Al contrario, però, il distretto è carente di una rete autostradale e ferroviaria e di impianti e di reti energetico-ambientali. Ecco perché anche le eccellenze produttive o infrastrutturali mostrano tutte le difficoltà di non poter godere di filiere adeguate o di reti per rendere logisticamente più funzionale il traffico merci/passeggeri che ne farebbero aumentare l’attività e favorire lo sviluppo.
“La risposta - dice Rosaria Rotolo - sta proprio nell'aggregazione di imprese e nello sviluppo integrato. Cooperazione, integrazione e valorizzazione delle eccellenze devono essere le parole d’ordine del Distretto. Con esso si può puntare sulla semplificazione dei passaggi burocratici, superare la bassa qualità amministrativa e neutralizzare il rischio di corruzione; migliorare l’accesso al credito e abbassare i costi energetici”.
“Ma occorre soprattutto - aggiunge - identificare le priorità su cui concentrare progetti e risorse, per avere una spesa davvero efficace per la quale è necessario avviare piani concreti che prevedano un pieno utilizzo dei Fondi Europei 2014-2020”.
E proprio nell'impiego delle risorse messe a disposizione dall'Europa sta l’altro aspetto negativo: le somme impegnate e spese concretamente delle risorse dei Fondi Fesr in Sicilia, e in particolare nell'area del Distretto Sud-Est, sono ancora troppo esigue.
Importante l'intervento del sindaco di Catania, Enzo Bianco, che ha annunciato: "Siamo già stati accreditati come soggetto proponente dall'Unione Europea per presentare progetti. Allargheremo a tutti gli altri Comuni ed è molto importante che adesso ci sia l'adesione piena delle forze produttive. Abbiamo da combattere alcune grandi battaglie non solo per il lavoro che c'è ma per cominciare a dare prospettive economiche di crescita alla realtà economica più dinamica della Sicilia e tra le più dinamiche del Paese che è questo meraviglioso Distretto sudorientale, con valori di innovazioni e cambiamento straordinari. E' decisiva la collaborazione delle imprese e del mondo lavoro per farlo diventare un esempio per tutta l'Italia".
Un Distretto che punti allo sviluppo produttivo va nella direzione intrapresa dalla Cisl regionale, come ha sottolineato Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, “che propone ai governi e alla politica soluzioni per liberare risorse e buona economia” dalla consapevolezza della profondità della crisi e dall’allarme lanciato a più riprese da vari istituti di ricerca e segnatamente dalla Corte dei conti. “La produttività del sistema – ha aggiunto - come condizione del rilancio nell’Isola della buona economia, la sola capace di creare lavoro”.
Per Raffaele Bonanni, "il Distretto è una risorsa importante perché mette insieme istituzioni, politica, parti sociali. E soprattutto crea un bacino di riferimento dove ciascuno farà del suo per farlo produrre e per produrre realtà virtuose. Per esempio, la prima intercettazione che dovrà fare e di far convergere le risorse europee e non europee per attrezzare il territorio. Da questo dipenderà il lavoro dei nostri figli. Diversamente assisteranno a demagogie e populismi che li accerchieranno sempre di più"
Tra i compiti che dovrà assumere il Distretto del SudEst ci sarà, quindi, intensificare programmazione e coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, istituzioni, imprese, sindacato e università, per orientare Fondi e programmare verso direzioni che possono realmente concorrere allo sviluppo del territorio e alla crescita occupazionale.
Per l'Università di Catania, il rettore Giacomo Pignataro ha sottolineato il recente accordo della Scuola Superiore dell'Ateneo con la Normale di Pisa: "Un accordo che permetterà di fare rete con la formazione d'eccellenza italiana. Un patrimonio che anche il Distretto potrà sfruttare".
Il successo del Distretto, dunque, sarà possibile con l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, con i loro comportamenti concreti e consequenziali. Esso sarà misurabile con le opportunità di lavoro produttivo che sarà in grado di generare. E’ una opportunità che dobbiamo cogliere.
ALTRI DATI
Comparazione analitica delle attività imprenditoriali
Settore Commercio. Maggiormente sviluppato nell’area del catanese (31,3%); anche nelle altre, rappresenta una quota paragonabile a quello italiano del 25,4%;
Settore Agricolo. Maggiormente sviluppato nel territorio ragusano (27,4%); in tutte e tre le province è sensibilmente più alto dell’intero Paese che invece si ferma al 13,4%.
Industria e costruzioni. In tutte e tre le province, registriamo tassi inferiori ai dati nazionali. Molto sviluppate invece sono le presenze di ditte individuali (oltre il 62% in tutte le province) e di artigiani (che si aggirano intorno al 19%).
Cooperative. Particolarmente rappresentate nel territorio catanese: Catania è al 5° posto tra le prime 20 province italiane per incidenza delle cooperative attive. Sul totale delle imprese sono il 3,2%, con 2603 cooperative, di cui 248 sociali (elaborazioni su dati Unioncamere-InfoCamere).
Imprese giovanili. Il territorio etneo è all’ottavo posto in Italia: 14.9%, con 15.010 imprese. Dato, quest’ultimo, che la pone al 7°, per numerosità assoluta di imprese giovanili (Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere-InfoCamere).