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Aggressioni in sanità, la campagna Cisl "Prendiamoci cura di chi si prende cura della nostra salute"

Aggressioni in sanità, la campagna Cisl "Prendiamoci cura di chi si prende cura della nostra salute"

07/10/2024 17:51

Come simbolo un Nastro giallo

Ci saranno presidi itineranti presso le strutture d'emergenza catanesi; sensibilizzazione dell'utenza; interlocuzione con le istituzioni locali; applicazione delle norme

Catania, 25 settembre 2024 - Tutelare la sicurezza e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori dei Pronto Soccorso, dei reparti ospedalieri e delle guardie mediche della provincia più esposte al rischio di aggressione, sensibilizzare l’utenza sul concreto impegno del personale medico e paramedico e al rispetto della professione che essi esercitano, sollecitare le istituzioni ospedaliere e politiche ad aumentare il personale e a individuare ogni possibile azione, prevista anche dalle direttive nazionali e regionali, per prevenire ogni forma di violenza nei confronti di chi si adopera, senza risparmiarsi, per prendersi cura di chi soffre.

Sono gli obiettivi basilari che si propone la campagna denominata "Prendiamoci cura di chi si prende cura della nostra salute", promossa dalla Cisl di Catania, con le due federazioni di Cisl Medici e Cisl Funzione pubblica, che è stata presentata ieri alla stampa.
Ne hanno parlato Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, e i due segretari generali di federazione provinciale Massimo De Natale (Cisl Medici) e Danilo Sottile (Cisl Funzione pubblica).
«Siamo molto preoccupati dal fatto che aggressioni e violenza nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario siano un fenomeno in crescita in tutta Italia - affermano Attanasio, De Natale e Sottile – e che sette casi su 10 riguardano donne. Molti non arrivano neanche alla denuncia, per cui riteniamo che il fenomeno sia molto più ampio. Un fenomeno, spesso, legato anche a determinati contesti sociali: a Catania, ad esempio, nello stesso periodo in cui si sono contati 4 episodi violenti al pronto soccorso del Policlinico, se ne sono contati ben 22 a quello del San Marco».
«Sono situazioni – aggiungono – che oltre a ferire l’integrità fisica e morale dei lavoratori della sanità deteriora il diritto alla salute di tutti, le condizioni di lavoro e la stessa qualità della sicurezza delle cure. Prevenire la violenza sul personale sanitario, soprattutto impegnato nei presidi di urgenza/emergenza, è una questione di grande importanza e complessità. La legge 81/08, nota anche come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, fornisce un quadro normativo che può essere applicato per migliorare la sicurezza e prevenire comportamenti violenti».
La campagna prevede dei presidi itineranti presso le strutture ospedaliere della provincia etnea, dove tutti gli operatori sanitari indosseranno una spilletta con nastro giallo, simbolo dell'iniziativa. «È un simbolo di adesione alla nostra campagna – spiega Attanasio – ma vuole rappresentare anche il grido d’aiuto dei lavoratori che non vogliono più essere lasciati soli davanti a episodi di sopraffazione e reclamano che siano le direzioni generali ospedaliere a prendersi il carico di avviare d'ufficio le eventuali azioni giudiziarie nei confronti dei violenti, come previsto già dal mese di marzo dalle norme».

«Abbiamo anche chiesto - continua il segretario della Cisl catanese - che i pronto soccorso della provincia siano tutti dotati di un posto permanente per le forze dell'ordine, in particolar modo quelli ricadenti in territori sensibili, come ad esempio il San Marco. Rimane, comunque, il grande e atavico problema di alleggerire i grandi flussi di pazienti che arrivano in pronto soccorso: a questo scopo, occorre separare gli “acuti” dalle prestazioni differite e, pertanto, occorre completare quella importante riforma sanitaria che prevede la medicina del territorio, attraverso la costituzione delle Case di Comunità già finanziate dal PNRR».

(rn)

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