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COMUNE-REGIONE, I DUE POLI DELL’EMERGENZA. ROTOLO: SERVE CONDIVISIONE E FRONTE COMUNE

COMUNE-REGIONE, I DUE POLI DELL’EMERGENZA. ROTOLO: SERVE CONDIVISIONE E FRONTE COMUNE

14/05/2015 17:44

A Catania stenta il confronto tra Comune e parti sociali sulla crisi; a Palermo, le mancate riforme producono stallo e danni economici

Catania, 14 maggio 2015 - A Catania stenta a partire il confronto con le parti sociali per superare lo stallo della crisi; mentre le mancate riforme della Regione, dalle ex Province ai rifiuti, dai trasporti alla Formazione, hanno comportato finora incertezze, minori impegni di investimenti per milioni di euro e danni economici ingentissimi.

Sono i due poli dell’emergenza indicati da Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea, Cisl di Catania, nella relazione d’apertura dell’esecutivo provinciale che si è tenuto oggi in sala Bonaventura al quale ha partecipato Mimmo Milazzo, il segretario generale della Cisl siciliana.

Un’emergenza per risolvere la quale la Cisl catanese e siciliana sollecitano un’azione immediata e in sinergia tra sindacato, imprese e sindaci del territorio, in modo da superare lo stallo regionale e riavviare un circolo virtuoso che dia lavoro e produca sviluppo.

«La Regione si svegli dal lungo letargo – denunciano insieme Milazzo e Rotolo – il ritardo delle cosiddette riforme in Sicilia sta producendo un grave danno per l'economia e sta frenando l'uscita dalla crisi. Non si può parlare di riforme quando non esiste nessun atto giuridico o amministrativo che giustifichi il termine. In tal senso, governo regionale e Ars si stanno rivelando i veri nemici dello sviluppo e del lavoro produttivo per i siciliani».

«La mancata riforma della cosiddetta Area vasta e il continuo ricorso al commissariamento della Provincia regionale – cita come esempio Rosaria Rotolo – in soli due anni, dal 2012 al 2014, ha prodotto per Catania milioni in meno di impegno in investimenti per manutenzioni stradali, scuole superiori e strutture turistiche; uno stato di allarme e di incertezza nei dipendenti dell’ente e in quelli delle partecipate. Sono fermi i lavori di manutenzione per scuole e strade, e altri servizi ai cittadini. Un blocco che incide anche nella riorganizzazione della gestione di altri servizi essenziali come acqua e rifiuti».

Per la Cisl, manca ancora un piano energetico regionale e ciò penalizza ulteriormente il precario settore industriale isolano. A Catania, a farne le spese, ad esempio, sono le storiche Acciaierie di Sicilia che, come altre imprese, sostengono un costo dell’energia superiore del 30%. L’emergenza-rifiuti poi è sotto gli occhi di tutti: anche qui si va avanti a forza di proroghe, mentre le discariche esplodono e mancano interventi decisi a potenziare la raccolta differenziata, con danni ingenti alla collettività.

Sul fronte della Sanità, secondo Rotolo «il balletto nella designazione dei direttori delle aziende ospedaliere catanesi e la recente rinuncia del manager dell’Asp 3, che ha scelto un’altra sede, hanno penalizzato la sanità catanese, lasciando operatori e cittadini nell’incertezza. Contrattempi che si ripercuotono anche sulla messa in opera di un piano socio-sanitario adeguato alle esigenze di salute dei cittadini e di risparmio di risorse».

Anche nel settore della Formazione, la Regione è colpevolmente in ritardo. È di questi giorni la notizia che i giovani catanesi in obbligo scolastico, cosi come i loro coetanei siciliani, hanno in pratica perso un anno. La formazione professionale non è partita a marzo come promesso dall’assessore regionale e invece partirà a settembre. «È un danno enorme sia dal punto di vista sociale sia occupazionale – sottolinea Rotolo – i ritardi e una riforma portata avanti maldestramente hanno affossato un settore producendo danni irreparabili nell’educazione di tanti giovani e nelle aspettative di tanti lavoratori.

«Quanto sta succedendo nei trasporti – prosegue la numero uno della Cisl etnea – sa di disastro annunciato e rivela quanto gravi siano stati i mancati investimenti dei fondi europei per infrastrutture e sistemi viari. Il danno prodotto dal crollo del pilone nella Palermo-Catania ha messo a nudo la fragilità del territorio e del sistema viario siciliano provocando una danno incommensurabile a persone e imprese. Purtroppo, anche qui le soluzioni ipotizzate sembrano allontanarsi nel tempo».

Sulla vicenda, la Cisl ha chiesto di dichiarare senza indugio lo stato di calamità. Paradossalmente, il blocco dell’autostrada ha permesso di far crescere e funzionare il trasporto ferroviario. Anche se, per andare a Palermo da Catania in un orario accettabile e con tempi da paese quasi civile, si sono spostati i treni sguarnendo tratte più affollate come ad esempio tra Taormina e Catania. Ora per il trasporto ferroviario isolano è un’occasione da non perdere per arrivare finalmente a un sistema adeguato di mobilità integrata.

A Catania, l'amministrazione comunale ha convocato un incontro per il bilancio di previsione. La Cisl spera sia l'occasione giusta per trovare risposte adeguate alle esigenze dei catanesi e poter recuperare le risorse per migliorare servizi, abbassare la tassazione locale e fare investimenti in lavori pubblici.

«Apprezziamo lo spirito dell'iniziativa del Comune – commenta Rotolo – ma diventa fondamentale poter avere l'incontro in presenza del sindaco Bianco, perché nonostante il suo encomiabile impegno nella risoluzione di alcune emergenze di crisi aziendali importanti, qui non è ancora stato avviato, nonostante le innumerevoli richieste un vero confronto volto a traguardare una grande città, come Catania, oltre lo stallo della crisi. Ci sono i destini di lavoratori e lavoratrici che attendono di essere ricollocati, giovani ai quali offrire opportunità e pensionati ai quali offrire servizi efficienti e di qualità».

A preoccupare la Cisl etnea, è la situazione politica catanese di questi ultimi giorni, la precarietà dei conti comunali, i mancati interventi per lo sviluppo. «Ecco perché chiediamo insistentemente all’amministrazione comunale – afferma Rotolo – di mettere in campo un nuovo modello di partecipazione e condivisione delle difficoltà e delle azioni da intraprendere; un modello che coinvolga le forze sociali e produttive del territorio e i suoi livelli istituzionali. Traguardare Catania oltre la crisi passa necessariamente attraverso la condivisione tra il governo e il “parlamento” della città».

Catania è un territorio molto vasto, un area metropolitana dalla storia dinamica e laboriosa, ricca di eccellenze da sostenere e valorizzare per costruire intorno a esse nuovo lavoro produttivo. La denuncia della Cisl vuole anche essere un invito e una sollecitazione a una azione immediata per riprendere quell'alleanza promossa da Anci Sicilia per fare un grande fronte comune, utile a sbloccare lo stallo della politica regionale e imprimere una svolta alla condizione del territorio catanese.

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