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SCUOLA, IL TEMPO PROLUNGATO RESTA UN'ILLUSIONE

SCUOLA, IL TEMPO PROLUNGATO RESTA UN'ILLUSIONE

17/01/2015 00:28

Partite le iscrizioni on line, anche se le famiglie scelgono l’opzione, solo l’8% offre il servizio

Enti locali e ufficio scolastico concorrano a formare un sistema adatto alle esigenze di giovani e famiglie

Il servizio darebbe anche ulteriori opportunità occupazionali

CATANIA, 16 gennaio 2015 – Già partite le iscrizioni scolastiche on-line ma scegliere il tempo prolungato a Catania, come nel resto della Sicilia, è quasi inutile. La Cisl e la Cisl Scuola di Catania denunciano ancora una volta i ritardi del sistema scolastico e chiedono che si apra un confronto tra enti locali e Ufficio scolastico provinciale, perché politiche sociali e politiche scolastiche, con un fronte comune, possano trovare soluzioni innovative ai bisogni delle famiglie catanesi.

«La quantità di tempo scuola erogata in Sicilia – afferma Pippo Denaro, segretario generale Cisl Scuola Catania - resta ancora sensibilmente inferiore alla media nazionale, i modelli di tempo pieno (scuola primaria) e tempo prolungato (secondaria di I grado) sono attivati in percentuali che si discostano fortemente da quelle di altre aree territoriali».

Nell’anno scolastico 2013/2014, mentre al Nord le percentuali di classi che attuavano il tempo prolungato era vicino al 50 per cento, in Sicilia era poco più dell’8 per cento. A Catania, nella Scuola primaria erano 2569 le classi a tempo normale e solo 210 quelle a tempo pieno; nella secondaria di 1° grado, 1565 con 143 a tempo prolungato (dati Ufficio scolastico regionale).

L’anomalia catanese. Nella provincia etnea c’è un’altra anomalia: nella scuola dell’infanzia, la percentuale di sezioni a tempo ridotto è addirittura prevalente sul tempo normale ed è il più alto in Sicilia. Le sezioni a tempo ridotto sono 747, mentre il tempo normale si ferma a 458 sezioni.

Una situazione che deriva certamente dalla carenza di organici, vincolati a tetti che non tengono conto del reale fabbisogno, ma soprattutto da politiche miopi degli enti locali, cui va addebitata la responsabilità per le gravi carenze riscontrabili in tema di edilizia scolastica e servizi di supporto, come mense, trasporti, assistenza socio sanitaria.

Patrimonio edilizio frammentato. La rete scolastica catanese è fatta da 853 plessi scolastici, in Sicilia arrivano a 4220. Una situazione che rende particolarmente difficile far fronte alle esigenze ordinarie di vigilanza e pulizia, anche a causa della consistenza degli organici dei collaboratori scolastici. «Sono tantissimi i casi di plessi scolastici con la presenza di un solo collaboratore – sottolinea Denaro - con ciò che ne consegue in caso di assenza per quanto riguarda tutte le mansioni che gli sono affidate, a partire da quella di aprire e chiudere i locali».

La Formazione professionale. «La crisi del settore della Formazione professionale – dice Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania – impedisce di utilizzare pienamente le opportunità che potrebbero venire da percorsi alternativi per assolvere l'Obbligo di Istruzione e Formazione. Una situazione che, al pari dell’impossibilità di ricorrere al tempo prolungato, penalizza i più giovani dei quartieri difficili e aggrava il disagio che vivono le loro famiglie. È un’emergenza sociale e occupazionale, come la Cisl ha più volte denunciato, non risolta dalla politica che pensa a fare altro».

Anche la scuola secondaria di II grado vive una situazione di grande disagio. A Catania, i plessi sono 109 il ma con il proliferare di indirizzi che non risponde alla fisionomia del territorio, ma solo a logiche di pura concorrenza che per attirare alunni. Con un forte squilibrio nella distribuzione degli istituti sul territorio, dove convivono mega istituti, come gli alberghieri e i tecnici industriali, e istituti sottodimensionati.

La cancellazione delle Province. La cancellazione delle Province decisa dalla Regione, con la loro conseguente gestione commissariale, si traduce in totale assenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. «Il recente caso del liceo di Mascalucia ne è la testimonianza – ricorda Rotolo – ed è uno dei casi che conferma la necessità che la Regione dia urgente attuazione alla riforma che definisca il livello istituzionale più idoneo a superare quello dell’ex Provincia regionale».

La Proposta. «È importante che a Catania – concludono Rotolo e Denaro – enti locali e ufficio scolastico provinciale si mettano assieme per concorrere a dare un sistema scolastico più completo, al passo coi tempi e con le necessità di giovani e famiglie. Il tempo prolungato significa anche posti di lavoro tanto nella scuola quanto nei servizi collegati. Le soluzioni possono essere trovate attingendo ai fondi oggi disponibili tanto per i servizi sociali quanto per le politiche scolastiche. Si tratta di avviare finalmente un percorso facendo fronte comune tra istituzioni che oggi spesso si trovano a operare in modo isolato».

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