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RIFIUTI, ROTOLO: RITARDI REGIONE PENALIZZANO SETTORE

RIFIUTI, ROTOLO: RITARDI REGIONE PENALIZZANO SETTORE

04/06/2015 17:55

Intervento al convegno Adiconsum

Resta inattuata la legge di istituzione delle SRR con tanti Comuni che fanno da sé

Lavoratori ricollocati in condizioni di sicurezza e tutele contrattuali inferiori a prima

Filiere del riciclo e del recupero per uso industriale locale ancora non ottimizzate

Catania, 4 giugno 2015 – «I ritardi della Regione nell’attuare la legge di riforma del settore rifiuti stanno finendo per penalizzare tanto i lavoratori quanto le potenzialità delle filiere industriali della differenziata». È quanto ha detto oggi Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania, intervenendo al convegno organizzato dall’Adiconsum.

«La legge della Regione che aboliva gli Ato e istituiva le SRR, Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti – spiega – è ancora del tutto inapplicata. Ciò sta penalizzando tanto i lavoratori quanto la possibile costituzione di una corretta filiera della raccolta differenziata, con il recupero, il riciclo e il riutilizzo a fini produttivi dei rifiuti. Tanti Comuni della provincia di Catania hanno superato, infatti, l’abolizione degli Ato gestendo il servizio in proprio con gli Aro, gli ambiti di raccolta, ricollocando i lavoratori in realtà aziendali più piccole ma a condizioni ben peggiori rispetto a prima, specie in termini di sicurezza e tutele contrattuali». 

Secondo Rotolo, «una migliore gestione della filiera della raccolta differenziata potrebbe mettere a disposizione delle realtà industriali locali i materiali recuperati, riciclati e trasformati, contribuendo per lo sviluppo e l’occupazione del territorio. A Catania, un esempio lo abbiamo nella 3Sun, la grande azienda di pannelli fotovoltaici, che da una completa filiera industriale del recupero del vetro potrebbe ottenere localmente il materiale fondamentale per la costruzione dei pannelli che oggi è costretta a far arrivare dall’estero».

Per il Comune di Catania, fermo ancora all’11 per cento di raccolta differenziata, la numero uno della Cisl etnea ha auspicato che «non appena si libererà dell’attuale appalto per la gestione dei rifiuti, possa essere uno di quei Comuni promotori dell’attuazione delle SRR assieme agli altri Comuni vicini, per ottimizzare costi, eliminare sprechi, mettere al centro la tutela dei lavoratori coinvolti e l’abbassamento delle tariffe».

Il convegno dell’Adiconsum ha evidenziato la drammaticità della situazione rifiuti a Catania. Così almeno dicono i dati ufficiali (ISPRA, Comune di Catania – Assessorato Ecosistema Urbano e Catasto Rifiuti Nazionale). Nel 2013, la percentuale di raccolta differenziata è stata inferiore al 10% e nel 2014 lievemente superiore al 11%. I dati del bimestre gennaio/febbraio 2015 mostrano un dato in linea, anzi lievemente più basso.

Questo ciò che è emerso dal convegno sul tema “Differenziata: Catania può ancora aspettare?”, organizzato da Adiconsum Catania, in collaborazione con Cisl e il dipartimento di Scienze politiche dell’Università, che ha anche evidenziato come la produzione pro-capite di rifiuti resti a livelli elevati. Ogni catanese infatti ha prodotto quotidianamente circa 1,8 kg di rifiuti, raggiungendo, anche quest'anno, la vetta della classifica nazionale tra i maggiori produttori di rifiuti.

“I ritardi delle amministrazioni di questa città, compresa l'attuale, sono del tutto evidenti e il panorama su cui si inseriscono i buoni propositi è dunque cupo - ha detto Emanuele Bonomo, presidente Adiconsum Catania -. Questo detto, siamo comunque lieti nel registrare che, a poche ore dal nostro convegno, il Comune abbia annunciato l’avvio della sperimentazione della raccolta porta a porta a Santa Maria Goretti per la seconda metà del mese di giugno; l'avvio della raccolta porta a porta nell'area della Fiera, una volta ultimato il censimento degli operatori; l'avvio della raccolta porta a porta nel mese di ottobre di quest'anno nella zona di pertinenza comunale ed infine, nel marzo del 2016, con il nuovo bando, la raccolta porta a porta nell'intero territorio cittadino”.

Rimangono da chiarire, secondo l’associazione dei consumatori, le scelte dell’amministrazione. Essendo stato infatti già annunciato un preciso crono-programma, che cambierà radicalmente il modello di raccolta, non si comprende se le iniziative di Santa Maria Goretti e della Fiera siano una sperimentazione o una effettiva e graduale introduzione del nuovo modello.

L’Adiconsum ha dunque chiesto all'amministrazione comunale se abbia preso una decisione definitiva e quindi Catania dovrà prepararsi al cambiamento, oppure se, per qualche mese ancora, la stessa dovrà convivere con diversi tipi di raccolta e gestione dei rifiuti, in attesa di un responso definitivo sulla sperimentazione.

“Nel primo caso - ha concluso Bonomo - attendiamo una comunicazione chiara circa i processi e i costi del nuovo modello che dovrebbero essere, all'amministrazione, già noti, nel secondo invece aspettiamo i risultati dei test, per capire se, il modello sperimentato, potrà essere effettivamente esteso a tutta la città, in che tempi e con quale impatto sul piano economico e finanziario”.

Intervenuto ai lavori l’assessore all’ecosistema urbano Rosario D’Agata ha confermato il cronogramma elencato da Bonomo. La direzione intrapresa dall’amministrazione , ha detto, è quella di andare verso un raccolta porta a porta in tutta la città, anticipando che il milione di euro proveniente dagli avanzi di bilancio della gestione (che l’amministrazione intendeva utilizzare per uno sconto sulla Tari e che poi per decisione del Consiglio era stato scelto invece di indirizzare per l’incremento delle percentuali di differenziata) sarà utilizzato proprio per rendere sostenibile economicamente il porta a porta e per ristrutturare l’isola ecologica di Nesima, dicendosi poi disponibile all’istituzione di un osservatorio sui rifiuti, sollecitato l’anno scorso proprio da Adiconsum.

All’incontro ha partecipato anche il commissario dell’Ipi Oikos Riccardo Tenti  che ha illustrato le difficoltà nella gestione straordinaria dell’appalto, mentre il vicepresidente del Consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono ha chiesto all’amministrazione di prendere nuovamente in considerazione la sua proposta di istituzione degli ispettori ambientali, bocciata dall’avvocatura comunale.

A concludere i lavori il presidente regionale Adiconsum Vincenzo Romeo che ha affermato:

“Catania non è certo un caso isolato nel contesto siciliano. Infatti tutte le grandi città dell’isola vivono situazioni pressoché drammatiche. Si pensi alla condizione che vive Messina o i gravi e annosi problemi che affronta da anni lo stesso capoluogo. Occorre un intervento deciso a livello regionale, capace di superare le molteplici difficoltà spesso frutto di cattive gestioni e di dare finalmente alle grandi città dell’isola una strategia seria ed efficace che sappia con coraggio affrontare il problema dei rifiuti”.

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