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SANITÀ A MISTERBIANCO, L'ASP DICA QUALE PROGETTO DI MEDICINA DI PROSSIMITÀ NELL'AREA METROPOLITANA

SANITÀ A MISTERBIANCO, L'ASP DICA QUALE PROGETTO DI MEDICINA DI PROSSIMITÀ NELL'AREA METROPOLITANA

24/07/2020 16:20

In occasione del sopralluogo di oggi

Attanasio: «Intervenga la Regione su sprechi e disattenzioni nel territorio. Chiederemo un incontro anche ai commissari straordinari di Misterbianco»   

Catania, 21 luglio 2020 - Qual è il progetto dell’Asp di Catania per la medicina del territorio? Che cosa vuole farne, ad esempio, della struttura abbandonata del Poliambulatorio Galilei di Misterbianco? Non è tollerabile che vengano sprecate risorse pubbliche e parcellizzati i servizi. Intervenga la Regione siciliana per mettere fine a una penosa vicenda e ripensare seriamente a una medicina più vicina al cittadino.

È Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, con i segretari generali provinciali Armando Coco (Cisl Funzione pubblica) e Massimo De Natale (Cisl Medici) a intervenire sulla vicenda degli uffici sanitari di Misterbianco, per riunire i quali oggi si è tenuto un sopralluogo nei locali comunali ex-Movicar.

«La vicenda degli uffici sanitari che si vogliono, e debbono, riunire a Misterbianco per liberare i locali scolastici dove attualmente sono alloggiati – spiegano – è l’occasione per chiedere finalmente all’Asp che cosa vuol farne della medicina di prossimità nel territorio a Misterbianco, come nel resto del territorio metropolitano.

Non si può più andare avanti a inventare ambulatori e sedi volanti dove si investono risorse e dopo si abbandonano. L’emergenza Covid19 ha fatto scoppiare tutte le contraddizioni di un sistema che si è rivelato fragile e inadeguato ad affrontare tanto lo straordinario quanto, e soprattutto, l’ordinarietà.

«A Misterbianco, ad esempio, 4 anni fa è stata abbandonata la struttura che aveva oltre 50 stanze, ospitava ambulatori, uffici, laboratori, guardia medica e 118. Il danno che ne è venuto alle comunità servite di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, costrette a dividersi tra i quartieri catanesi di San Giorgio e Librino, è stato enorme. Disagi che le soluzioni di comodo approntate in seguito non hanno alleviato per niente. E le soluzioni trovate sono state tutte dovute alla disponibilità del Comune, dato che l’alternativa semplicistica offerta dall’Asp era di tagliare il servizio e trasferirlo nelle strutture del capoluogo».

Alla luce di quanto emerso con l’emergenza sanitaria da Covid 19 - continuano i segretari della Cisl -  chiediamo all’Asp di aprire un serio confronto su quale progetto di medicina territoriale intende portare avanti non solo a Misterbianco ma nell'intera area metropolitana catanese, per trattare le patologie croniche in regime di prossimità di cura ai luoghi di vita e di lavoro, che coinvolgono molteplici fattori tipici della gestione del territorio e delle esigenze della comunità.

«A Misterbianco - infine - per l’impatto che l’allocazione degli uffici sanitari hanno su un territorio che ha subito anche la desertificazione post commerciale e che oggi sconta la mancata inclusione nella ZES e rischia la bocciatura del PRG, chiederemo alle organizzazioni confederali di Cgil e Uil di unirsi alla richiesta di un incontro ai commissari straordinari che guidano il Comune per un confronto aperto sulle questioni della sanità, del lavoro e della sviluppo dell’intera zona». 

(rn)

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