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SICUREZZA E LAVORO, CGIL-CISL-UIL E UGL SCRIVONO AL MINISTRO

SICUREZZA E LAVORO, CGIL-CISL-UIL E UGL SCRIVONO AL MINISTRO

26/09/2017 18:39

Lettera a Minniti

Catania, 25 settembre 2017 – Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, a firma dei rispettivi segretari generali Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, hanno fatto recapitare un documento unitario al ministro dell'Interno, Marco Minniti, in occasione della sua visita di oggi a Catania.

L'oggetto del documento riguarda la delicata situazione della sicurezza a Catania, dopo i drammatici eventi registrati da qualche mese a questa parte, con le aggressioni nei pronto soccorso, agli autisti dell'Amt, all'ispettore Licari e, in ultimo, alla dottoressa della guardia medica di Trecastagni. 

Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania fanno riferimento anche alla grave crisi della Pubbliservizi spa, partecipata della Città metropolitana, e al rischio che corrono anche le altre partecipate.

Rota, Attanasio, Meli e Musumeci hanno chiesto al ministro di rafforzare la presenza di uomini e mezzi nel territorio etneo "per renderlo più sicuro e consentire un’adeguata azione di prevenzione e repressione dei fenomeni malavitosi".

Di seguito, e in allegato, il testo del documento:

AL SIG. MINISTRO DELL’INTERNO ON. MARCO MINNITI               

Catania e la sua provincia stanno vivendo una pericolosa recrudescenza di fenomeni legati alla rabbia sociale e alla prepotenza malavitosa. La crisi economica, la mancanza o la perdita del lavoro, le incertezze che vivono le famiglie stanno rischiando di disgregare il tessuto sociale della nostra comunità. 

Di questo degrado si nutrono la pervasione delinquenziale e lo spregio verso gli enti civici che stanno scatenando episodi di violenza particolarmente odiosa e insensata quando perpetrata contro chi rappresenta l'autorità costituita e gli operatori di servizi di pubblica utilità. 

Tutto questo si somma all’inadeguatezza e alla carenza di risposte da parte delle istituzioni. 

E i recenti eventi testimoniano il malessere sociale che percorre la nostra comunità. 

Nei pronto soccorso i pochi operatori sanitari e i pochi strumenti costringono i cittadini a file interminabili e lunghe attese, e alla promiscuità con pazienti che presentano criticità diverse. È in tale contesto che si sono verificati atti di intolleranza e veri e propri assalti contro medici, paramedici e vigilanza privata. 

Di particolare gravità è stata l’aggressione subita qualche giorno fa da una dottoressa, nella guardia medica di Trecastagni, dove è stata sequestrata e violentata per ore da un esagitato. Alla professionista, ferita nella dignità di donna prima che di medico, esprimiamo la nostra vicinanza. 

Non da meno sono gli atti di violenza di cui sono vittime gli autisti del trasporto pubblico locale e chi in questa provincia tende a svolgere un servizio pubblico facendo rispettare regole e leggi. 

Assume aspetto di pericoloso allarme l’aggressione subita dall’ispettore capo di polizia locale Luigi Licari, al quale va la nostra solidarietà, che ha provocato ferite tali da comportare ancora lo stato di coma farmacologico e il ricovero in un ospedale cittadino. 

Signor ministro, tali esempi pongono in modo cogente e ineludibile il tema della sicurezza nei pronto soccorso, nelle guardie mediche e in tutti quei luoghi di lavoro posti in prima linea nei rapporti con la collettività. 

Nonostante gli sforzi e i risultati raggiunti dall’operato encomiabile delle forze dell’ordine e della magistratura, che sopperiscono con enormi sacrifici alla carenza di risorse, personale e strumenti, l’arroganza della delinquenza, piccola grande e organizzata, sta raggiungendo livelli pericolosi per il vivere civile. 

A fronte di tale situazione, Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania le chiedono di rafforzare con uomini e mezzi il territorio etneo per renderlo più sicuro e consentire un’adeguata azione di prevenzione e repressione dei fenomeni malavitosi.

Tutto ciò non è sostitutivo della necessità di lavoro dignitoso per sottrarre alla tentazione di delinquere strati sempre più estesi di popolazione. 

Catania infatti sta ancora attraversando gli effetti di una lunga recessione ben lungi dall’essere superata: tutti gli indicatori dicono che l’economia catanese è tuttora in ginocchio, come dimostrano le continue crisi aziendali che siamo costretti ad affrontare. 

Tutto il sistema produttivo è in sofferenza, dall’industria all’edilizia, al terziario. Emblema di tale sfacelo è la zona industriale catanese, il cui degrado, da Cgil, Cisl, Uil e Ugl mille volte denunciato, espone a rischi di sicurezza i lavoratori che la frequentano ogni giorno e mette in forse la sopravvivenza delle stesse realtà imprenditoriali, tra le quali anche importanti multinazionali del settore tecnologico. 

E la crisi non risparmia nemmeno il settore della partecipate pubbliche: l’attuale crisi della Pubbliservizi della Città metropolitana, che temiamo essere la prima di una serie che i decreti Madia certo non aiutano a superare, non è che il primo segnale dei profondi danni che il taglio della spesa pubblica sta producendo in questo settore. 

Oggi la Pubbliservizi con i suoi 380 posti di lavoro a rischio crea una profonda crepa nel tessuto sociale ed economico catanese e deve essere immediatamente affrontata, sia per tutelare l’occupazione sia la continuità aziendale e i servizi con cui garantisce la sicurezza della rete stradale provinciale, degli edifici scolastici e di altri servizi essenziali per la collettività catanese. 

Distinti Saluti 

Giacomo Rota, Segretario Generale Cgil        

Maurizio Attanasio, Segretario Generale Cisl      

Enza Meli, Segretario Generale Uil       

Giovanni Musumeci, Segretario Generale Ugl

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