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POLITICHE SOCIALI, CISL: LA NOSTRA IDEA DI WELFARE LOCALE, CON UN PIANO REGOLATORE STRATEGICO

POLITICHE SOCIALI, CISL: LA NOSTRA IDEA DI WELFARE LOCALE, CON UN PIANO REGOLATORE STRATEGICO

23/09/2019 15:25

Il dibattito sui servizi sociali

Attanasio e Guglielmino: «Programmare in tempo gli interventi, non frammentarli, e che siano rispondenti ai bisogni del territorio»   

Catania, 18 settembre 2019 - «Catania, oggi più che mai, necessita di un “Piano regolatore strategico” del welfare cittadino. Un piano di protezione fondato attraverso una attenta programmazione che contenga principi ispiratori universalistici, analisi e valutazioni di contesto che accompagnino progetti utili a costruire politiche sociali adeguate».

Lo affermano Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Pietro Guglielmino, segretario generale Fnp Pensionati Cisl etnea, viste le recenti difficoltà che sta registrando il settore delle politiche sociali.

«C’è bisogno –spiegano Attanasio e Guglielmino -  di azioni che sappiano coniugare il reale bisogno sociale con l’attuale capacità di spesa, oltre che l’efficienza e l’efficacia delle numerose misure di “protezione sociale”, e che mirino all’inclusione e a progetti di vita per il contrasto alla povertà per coloro che hanno difficoltà psico-fisiche, così da creare una forte ed esigibile coesione sociale».

«Tale piano delle azioni dovrebbe configurarsi nello schematizzare alcune “piste”, che oggi non solo sono spesso particolarmente intrecciate tra loro, ma vengono anche gestite, per diversa natura amministrativa, da più pezzi dell’amministrazione comunale o da Enti preposti (come ASP, IPAB, Ufficio Provinciale Scolastico, volontariato, altri)».

«Sono percorsi particolarmente urgenti o innovativi – sottolineano i numeri uno della Cisl e della Fnp Cisl catanesi – che devono vedere le amministrazioni quali interessati attori di una mirata programmazione che si sostanzi in un cambiamento e in un radicale rinnovamento. In alcuni casi si tratta di interventi già in essere, in altri di ipotesi molto concrete di lavoro per il futuro».

Secondo Attanasio e Guglielmino, «le attuali devastanti condizioni socioeconomiche inducono tutti gli attori sociali a costruire azioni volte a ridurre i rischi che derivano dalla criticità, anche nella corretta utilizzazione delle risorse disponibili che, paradossalmente, per alcuni ambiti sono maggiori rispetto al passato ma per le quali si rischia la sovrapposizione di interventi».

«Programmare per tempo gli interventi – aggiungono – e quantificare la spesa sui progetti individuali per le persone con disabilità, e condividendoli, consentirebbe anche una concreta lotta alla “povertà educativa”».

Tante sono le azioni che meritano un’attenta riprogrammazione. Eccone qualche esempio.

I.E.A. (Istituti Educativi Assistenziali) per il loro importante ruolo di recupero e/o di prevenzione del disagio minorile e la lotta alla dispersione scolastica.

A.D.I. (Assistenza Domiciliare Integrata) e la S.A.D. (Servizi Ausiliari Domiciliari) per persone anziane non autosufficienti in forte rischio di marginalità sociale.

ASSISTENTI Igienico personale e Assistenti alla Comunicazione per i ragazzi con disabilità che frequentano la scuola.

CARTA DEI SERVIZI E DEI DIRITTI DEI CITTADINI CATANESI, con le modalità di fruizione dei servizi sociali, quale pieno diritto alla conoscenza di tutti i cittadini catanesi delle misure di protezione sociale.

PUA (Punto Unico di Accesso). La sua attivazione non è più rinviabile per far partire le procedure in RSA (residenze sanitarie assistenziali) e quant’altro possa servire a razionalizzare e controllare la spesa pubblica.

ANAGRAFE ASSISTITI. L’attivazione della cosiddetta anagrafe degli assistiti permetterebbe di monitorare e quantificare il gettito di spesa pro capite e non duplicare azioni, anche di altri Enti, per una più attenta programmazione; rimodulare e/o completare la rete di offerta dei servizi alla persona, includendo sempre l’intera filiera dai servizi preventivi a quelli ricreativi, dai servizi a bassa e media soglia a quelli ad alta intensità assistenziale, fino a quelli tecnico-specialistici; dare vita a un’agenda di lavoro che sviluppi, di concerto con altre istituzioni, e a partire da quanto già in atto in altri ambiti Distrettuali, interventi volti a rendere la città più “a misura familiare”. 

ASILI NIDO. È un’altra criticità da definire con estrema urgenza. È inammissibile che in una città come Catania, dopo anni di problemi per la loro gestione economica non siano ancora circoscritti e ben definiti il loro futuro e la loro organizzazione.

COMMISSIONE PERMANENTE. La CISL catanese ha chiesto all'Amministrazione Comunale di Catania, in diverse occasioni, di costituire una commissione permanente composta da tutti gli attori sociali e istituzionali che, mettendo insieme gli interessi collettivi, potessero distinguere e utilizzare tutte le varie fonti di finanziamento.

È indispensabile, infatti, poter costruire ambiti di programmazione di politiche di sostegno alla fragilità tra loro integrate, non frammentate e in tempo utile, rispondenti a specifici bisogni del territorio dei quali occorre effettuare una compiuta mappatura avviando un reale e radicale cambio di passo.

«L’amministrazione comunale si apra al dialogo con le Confederazioni Sindacali di CGIL CISL UIL e con gli altri “stakeholders” dei diversi ambiti sociali – concludono Attanasio e Guglielmino – dimostri concretamente di voler affrontare il delicato problema della “spesa sociale” legata alle politiche sociali e rendere queste a misura d’uomo. È importante, in tal senso, che l’amministrazione, prima di presentare il bilancio riequilibrato in Consiglio Comunale, abbia avviato il confronto per fare un primo passo verso la costruzione di un nuovo modello di Welfare cittadino».

(rn)

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