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BONUS BEBE’, SERVONO MISURE PIU’ DURATURE E SERVIZI ALLA FAMIGLIA

BONUS BEBE’, SERVONO MISURE PIU’ DURATURE E SERVIZI ALLA FAMIGLIA

15/05/2015 17:24

L’assegno da chiedere all’Inps

In Italia, nascite diminuite: 5mila in meno rispetto al 2014. Per dati simili, si deve risalire al 1861.

Rotolo: «Anche il Jobs Act può contribuire a conciliare le esigenze di vita, lavoro e cura della famiglia»

Catania, 15 maggio 2015 - Da qualche giorno è possibile chiedere all’Inps il Bonus Bebè. L’assegno che spetta ai nuclei familiari per ogni figlio nato, o adottato, tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Servono però misure più durature nel tempo per sostenere tanto la maternità quanto la conciliazione dei tempi tra lavoro e famiglia.

«Il Bonus bebè – commenta Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania – è un timido intervento a favore delle famiglie per incentivare la natalità, molto bassa in Italia, e contribuire alle spese per il suo sostegno. I dati diffusi dall'Istat qualche settimana fa sono pessimistici: i nuovi nati nel 2014 sono stati 509mila, 5mila in meno dell'anno precedente. È un record negativo che non ha precedenti se non nel 1861, come ha sottolineato IlSole24Ore. Il tasso di natalità in Italia è il penultimo d'Europa, a pari merito con Grecia ed Estonia, davanti al Portogallo. E per fortuna che ci sono gli immigrati, che contribuiscono con il 15% dei neonati»

Dal lato delle famiglie, i dati Istat parlano per tutta la Sicilia di una condizione allarmante: una famiglia su tre, il 32,5 per cento del totale, è indigente. La donna poi è la più penalizzata dalla crisi: nell’Isola, il tasso di occupazione femminile, dai 15 ai 29 anni, è del 12,23%. Il restante 87,77% è costituito da donne disoccupate, inoccupate, in cerca di prima occupazione o anche Neet, ovvero giovani che non studiano, né si formano, né cercano lavoro. A Catania, sono molte le famiglie gravate da pesanti disagi economici.

«Ecco perché – argomenta Rotolo - riteniamo sia arrivato il momento di abbandonare la logica degli interventi una tantum e agire su svariati fronti, dai servizi ai nuclei familiari in difficoltà, al sostegno dell’occupazione femminile, alla possibilità di conciliare i tempi di lavoro e di famiglia. Insomma, occorre agire e programmare azioni strutturali, misure durature nel tempo per rimuovere le criticità legate alla maternità e alla cura dei famigliari, investire per i servizi a sostegno delle lavoratrici e lavoratori, impulso per la crescita demografica del Paese.

«In tal senso – ricorda Rotolo - la Cisl si è impegnata in tutto il territorio moltissimo per far spendere tutte le risorse contenute nel Piano di azione/coesione per i servizi di cura ad anziani e infanzia e nella contrattazione sociale con le amministrazioni comunali. L’assistenza ai non autosufficienti e una maggiore disponibilità di asili-nido nel nostro territorio aiutano quanti nella propria famiglia si prendono cura con grandi sacrifici di anziani e disabili, o hanno la necessità di affidare i propri bambini quando sono impegnati in orario di lavoro ad un servizio educativo di qualità. E ugualmente importante è il mantenimento dei servizi sociali comunali e politiche tariffarie e fiscali non penalizzanti per i nuclei più in difficoltà economica».

Secondo la segretaria generale della Cisl etnea, «anche le misure contenute nel Jobs Act, con il decreto per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro, devono diventare un’occasione per riordinare gli interventi a sostegno della maternità e per le azioni positive per tutelare il lavoro femminile, la natalità e la conciliazione lavoro-famiglia». 

L’entità del contributo del Bonus bebè è legata alla dichiarazione Isee: 960 euro l’anno, al di sotto di Isee non superiore a 25mila euro l’anno; 1920 euro l’anno, per le famiglie con Isee non superiore a 7mila euro l’anno.

Per la richiesta del bonus bebè, nelle sedi Cisl in tutta la provincia, le famiglie interessate possono avere assistenza gratuita completa, dall’elaborazione dell’Isee all’invio telematico della domanda all’Inps.

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