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SEQUESTRO TECNIS, URGE INCONTRO PER AVERE RISPOSTE E CHIAREZZA

SEQUESTRO TECNIS, URGE INCONTRO PER AVERE RISPOSTE E CHIAREZZA

18/01/2018 17:00

Dopo l'operazione della DIA di Salerno
C'è il timore che si blocchi la presentazione del piano di rilancio o di messa in vendita, ai sensi della legge Marzano
Preoccupazione per i livelli occupazionali e per i lavoratori che attendono ancora spettanze arretrate

Catania, 12 dicembre 2017 - «Fare subito chiarezza sugli effetti dell’operazione della DIA di Salerno che ha sequestrato somme e quote di partecipazione ad amministratori e rappresentanti della Tecnis. Confidiamo nell’azione della magistratura e riteniamo urgente un confronto con le parti competenti per dare certezze e risposte ai lavoratori».

È quanto affermano Franco Turri, segretario generale della Filca Cisl nazionale, Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Nunzio Turrisi segretario generale della Filca Cisl etnea, dopo aver appreso dell’operazione "Porta Ovest", coordinata dalla Procura di Salerno, che sta interessando l’azienda catanese di costruzioni e una società subappaltatrice.

«Non sarà un bel Natale per i lavoratori della Tecnis – aggiungono – e siamo fortemente preoccupati di quanto sta succedendo, perché temiamo si blocchi il percorso che doveva portare a presentare il piano di rilancio o di messa sul mercato dell’azienda, come prevede la “legge Marzano”, come più volte discusso al ministero dello Sviluppo economico, e ribadito nell’ultimo incontro del 23 novembre».

«Ci preoccupa in particolare il destino che potranno avere quelle opere già in cantiere - spiegano Turri, Attanasio e Turrisi - il cui blocco potrebbe pregiudicarne il completamento e, quindi, avere ulteriori ricadute sui livelli occupazionali di un’azienda già pesantemente provata, i cui lavoratori attendono ancora spettanze arretrate.

«Nell’attesa dell’azione degli organi inquirenti - concludono - ci attiveremo per incontrare le istituzioni competenti e gli amministratori straordinari e giudiziari, al fine di avere un quadro più chiaro di quanto sta avvenendo e, soprattutto, certezza di interlocuzione, perché temiamo che la vicenda possa arrecare un danno irreparabile al sistema infrastrutturale e dare un colpo mortale al tessuto socioeconomico dei territori coinvolti». 

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