AGROALIMENTARE, FILIERE, MARCHIO QUALITÀ E DIFESA DEL TERRITORIO
20/12/2013 01:26
Bilancio e proposte al consiglio generale Fai Cisl
Catania, 19 dicembre 2013 – Marchi di qualità, difesa del territorio e filiere produttive. Su queste tre direzioni deve procedere il futuro del settore agroalimentare e forestale siciliano. Un breve bilancio del settore, con le proposte, è stato stilato oggi nel corso del consiglio generale della Fai Cisl di Catania. Vi hanno partecipato la segreteria provinciale, i delegati e le Rsu ed Rsa, alla presenza del segretario regionale Fabrizio Colonna e della segretaria generale della Cisl etnea Rosaria Rotolo.
Nella relazione d’apertura, Pietro Di Paola, segretario generale della Fai Cisl catanese, ha sottolineato la sofferenza del settore agricolo, con la diminuzione del 15 per cento delle giornate lavorate. «Le produzioni sono sempre importanti per la nostra provincia – spiega Di Paola – ma le giornate lavorative diminuiscono. Occorre che la Regione dia maggiore attenzione all’agrumicoltura e all’orticoltura che sono penalizzati dalla distanza dai mercati importanti e costringono a pagare costi aggiuntivi che aggravano spese non più sostenibili».
Poi Di Paola ha rivolto un appello alle aziende agricole: «Il lavoro nero pesa moltissimo nel settore, specie a carico di lavoratori comunitari ed extracomunitari. Noi pretendiamo pari dignità per tutti i lavoratori e rispetto dei contratti».
Sull’agrumicoltura catanese, la Fai Cisl ha annunciato un grande convegno regionale che si terrà a gennaio nella città di Scordia.
L’importanza delle filiere produttive agroalimentari è stato sottolineato da Rotolo. «Lo sviluppo delle aree interne passa dalle filiere agroalimentari di qualità – ha ribadito – e permette inoltre di affrontare i mercati internazionali. Ma questo va fatto in termini di filiere estese anche alle infrastrutture che devono facilitare il movimento di merci e prodotti, oltre all’accoglienza del turismo-enogastronomico».
Per Colonna, difesa del territorio, marchio di qualità e corretto uso dei fondi europei è il futuro del settore siciliano. «Il 70 per cento dei comuni è a rischio idrogeologico – ha affermato – e da ciò dobbiamo partire per un nuovo concetto di rapporto con boschi, foreste e territorio. Lo abbiamo più volte ribadito alla Regione Siciliana. Che deve anche impegnarsi nel difendere i prodotti di qualità tipici imponendo un marchio di origine e non fare tornare indietro i finanziamenti europei che oggi non sono stati impiegati per oltre il 60 per cento. È una sfida in cui ci impegneremo già dal prossimo futuro». (rn)
Nella foto: tavolo da sin. Alessandro Salamone, Angela Tasca, Di Paola, Colonna, Rotolo, Paolo Pintabona