FORMAZIONE PROFESSIONALE, RICHIESTA DI AIUTO A MONSIGNOR GRISTINA
20/01/2014 21:35
Una delegazione di operatori della Cisl chiede di essere ricevuta dall’arcivescovo
Tanti enti storici hanno chiuso: Catania diventa sempre più povera anche dal punto di vista educativo e sociale
La Regione sblocchi le procedure per pagare gli stipendi arretrati e per riformare il settore in tutte le filiere
Catania, 20 gennaio 2014 - Una città che diventa così ogni giorno più povera, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto educativo e sociale. È la conseguenza dello stato di sodfferenza in cui versa il settore della Formazione professionale a Catania. Una sofferenza che la Cisl e la Cisl Scuola di Catania desiderano portare a monsignor Salvatore Gristina al quale chiedono in una lettera di ricevere una delegazione di lavoratori catanesi della Formazione Professionale. All’arcivescovo di Catania, il sindacato vuole rappresentare il gravissimo disagio che stanno vivendo i duemila operatori della provincia etnea con le loro famiglie e i circa 1400 ragazzi, in particolare dei quartieri a rischio, di fatto esclusi dall’obbligo formativo.
«Da circa venti mesi ai lavoratori non vengono pagati gli stipendi – scrivono Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania e Giuseppe Denaro, segretario generale Cisl Scuola Catania - e ciò crea conseguenze facilmente immaginabili. Le cronache hanno registrato in Sicilia, fino a oggi, sette suicidi. Inutile sottolineare che, nonostante le continue promesse di chi governa la Regione, non vi sono prospettive per nessuno, viene calpestata la loro dignità e il diritto al lavoro e al giusto compenso».
«Eppure ancora oggi – continuano – con grande senso di responsabilità, di abnegazione e di professionalità ogni giorno, con enormi sacrifici, gli operatori sono tutti sul proprio posto di lavoro, pur di non perderlo definitivamente come purtroppo accaduto per molti altri. Tanti, troppi, enti storici, religiosi e non, hanno dovuto chiudere definitivamente l’attività o stanno per farlo. Cosicchè, la nostra città diventa così ogni giorno più povera, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto educativo e sociale».
Rotolo e Denaro ricordano che «sin dal 2008 chiediamo che venga rivisto tutto il sistema, nel segno dell’efficienza, della legalità e della difesa del posto di lavoro. Abbiamo firmato numerosi accordi, ma tutti “volutamente” e “colpevolmente” disattesi».
Al Governo Regionale, i due segretari generali di Cisl e di Cisl Scuola etnee chiedono «di assumere provvedimenti straordinari per sbloccare le procedure e il pagamento delle retribuzioni arretrate accumulate finora e di tutte le procedure che assicurino il futuro agli operatori del settore, garantendo la continuità retributiva e la tutela occupazionale di tutti i lavoratori; indicare, sin d’ora, su come la Regione intende riformare tutto il settore, dagli interventi formativi ai servizi per l’impiego, passando per l’Istruzione e Formazione professionale, definendo le garanzie occupazionali per tutto il personale dopo il passaggio dal CIAPI.