FIRST CISL, CONFERMATA LA SEGRETERIA: «A CATANIA, AGENZIE INTESA, UNICREDIT E BPM CHIUSE QUASI AL 50 PER CENTO»
16/12/2021 13:47
Al 2° congresso territoriale
Desertificazione delle banche nel territorio, virtualizzazione del rapporto con l'utente, mercato senza regole per tutti sono le sfide da affrontare
Paesi e intere comunità sprovvisti di sportelli: danni a piccole imprese e fasce più deboli come gli anziani
Catania, 9 dicembre 2021 - In quasi tutta la provincia etnea, banche come Intesa SanPaolo, Unicredit e Banco BPM hanno chiuso quasi il 50% delle agenzie. Ciò, assieme alla trasformazione digitale del rapporto con l’utente, alla concentrazione in grandi gruppi e a un mercato virtuale senza regole per tutti, sono tra le maggiori criticità che sta vivendo il settore bancario/assicurativo e della riscossione.
Un banco di prova per la confermata segreteria della First Cisl etnea, il sindacato dei lavoratori delle banche, delle assicurazioni, della finanza, della riscossione e delle authority, al termine del secondo congresso territoriale: Salvatore D’Urso, segretario generale, affiancato da Concetta La Gristina e Antonio Calò.
Alla presenza della segretaria nazionale Sabina Bresso, alla segretaria generale della First Cisl siciliana Anna Cutrera, e a Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, D’Urso nella sua relazione ha descritto la situazione del settore
«La First Cisl – ha esordito - si è opposta alla desertificazione delle banche nel territorio della provincia di Catania avvenuta negli ultimi anni a causa di continui acquisti delle più piccole da parte di quelle di dimensione nazionale e della trasformazione digitale in atto. Altre banche, diventate di proprietà francese, come BNL del Gruppo BNP Paribas e il Credito Valtellinese del Gruppo Credit Agricole si apprestano allo stesso processo di riduzione delle agenzie. Col risultato che paesi e intere comunità oggi sono sprovvisti di uno sportello bancario con gravi danni per le piccole imprese e le fasce più fragili della popolazione, come gli anziani».
«In Sicilia – ha ricordato D’Urso – persino la Riscossione Tributi ha visto la politica regionale capitolare e concedere la fusione tra Riscossione Tributi Sicilia e la struttura nazionale. Speriamo almeno che la nuova collocazione possa realmente incidere sulla ricerca di quei capitali che vengono sottratti alla pubblica utilità, in una regione come la nostra, dove dietro tali fenomeni spesso si nascondono ingenti risorse che è possibile immaginare di provenienza dubbia».
«A queste nuove concentrazioni – ha aggiunto – seguiranno ulteriori esodi di personale attraverso il fondo di solidarietà. A livello nazionale, ne abbiamo appena chiuso uno in Credit Agricole per 800 persone; ne abbiamo uno in corsa in Intesa Sanpaolo, pari a 2000 persone e ne è stato appena annunciato uno in Unicredit di 3000 unità».
La conseguenza di tutto ciò è stata, ed è tuttora, la riduzione dei livelli occupazionali. Lo vediamo nel nostro settore, dove nelle contrattazioni per i fondi di solidarietà che si stanno succedendo da anni, siamo arrivati, come sindacati, a determinare livelli al 50% di assunzioni a fronte delle fuoriuscite».
«La First Cisl – ha concluso il neo segretario – continuerà a battersi per evitare l’ulteriore riduzione degli sportelli sul territorio, creando un nuovo modello di sviluppo sostenibile che non può prevedere solo le grandi banche frutto di aggregazioni, ma che deve preservare e sostenere anche il modello cooperativo, per finanziare anche le piccole imprese e avere un ruolo di prossimità territoriale per aiutare, fra gli altri, gli anziani e le fasce sociali deboli o con poca affinità per il mondo digitale. Occorrono anche regole di mercato (anche virtuale) valide per tutti: tutelare le aziende, in questo caso, consentirà, inoltre, anche la tutela e il mantenimento dei livelli di occupazione dei lavoratori nel settore».
Per Attanasio «il PNRR è un’occasione irripetibile: il ruolo di banche e assicurazioni diventerà fondamentale per sostenere la ripresa dell’economia. È necessario, però, definire un nuovo modello, inclusivo e sostenibile, che riscopra i principi dell’economia sociale di mercato e metta al centro la partecipazione dei lavoratori. Occorre infatti ridurre le disuguaglianze economiche, culturali, di genere e anche quelle digitali. Combattere la povertà, garantire la piena occupazione e un lavoro dignitoso per tutti».