VIOLENZA A CATANIA, SERVONO RETI EDUCATIVE E CONTRATTAZIONE SOCIALE E AZIENDALE
07/10/2017 18:39
Il Coordinamento Donne Cisl Sicilia ieri a Catania
Il capoluogo etneo città-simbolo in Sicilia della lotta contro le aggressioni ai lavoratori pubblici e la violenza sessuale
Catania, 7 ottobre 2017 - Contro la subcultura della violenza e della sopraffazione verso la persona, lavoratore o lavoratrice, servono reti adeguate tra le agenzie educative e codici di condotta con buone prassi di prevenzione da coprogettare attraverso la contrattazione sociale e aziendale.
Da Catania, teatro di recenti aggressioni contro donne e uomini inermi, il Coordinamento delle Donne Cisl regionale, sotto la guida di Rosanna Laplaca, segretaria regionale Cisl Sicilia, e la presenza di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, ha rilanciato ieri i temi del valore della persona e delle politiche di genere e delle pari opportunità in un contesto sociale che muta.
«Il tema della violenza rimane priorità – afferma Laplaca – anche alla luce degli ultimi avvenimenti di cronaca che hanno visto i nostri territori tristemente protagonisti, la città di Catania su tutte».
«Per tale motivo – aggiunge – occorre consolidare la rete tra le diverse componenti istituzionali, delle forze dell'ordine, scolastiche, sindacali, datoriali e del privato sociale al fine di creare un sistema integrato e comunicante di interventi in grado di incidere positivamente su modelli innovativi che mettano al centro il valore della persona.
«La contrattazione territoriale con le istituzioni e aziendale nelle imprese – sottolinea Attanasio – è uno strumento che abbiamo molto utilizzato a Catania e che non possiamo più accantonare, perché ci permette di rispondere al meglio e in maniera sistemica ai bisogni e alle esigenze dei territori in materia di genitorialità, flessibilità organizzativa o welfare dedicato alle attività di cura e famigliari».
Per Laplaca «diventa fondamentale rafforzare e valorizzare la partecipazione ai tavoli contrattuali, soprattutto in quelli della contrattazione sociale. È necessario cioè puntare sui temi della contrattazione aziendale e di conciliazione vita lavoro. Il nostro compito è capire e stabilire quali siano le priorità sui singoli territori».
Anche la mancanza di lavoro incide sull’emergere di vecchie e nuove fragilità sociali. L'Eurostat disegna la situazione tragica del Sud di Italia per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. Nel 2016 la Sicilia si piazza al quinto posto con il 57,2% di disoccupati tra i 15 e i 24 anni e si aggiudica la maglia nera per tasso di disoccupazione femminile che è quasi il doppio di quello nazionale, il 23.2 per cento a fronte del 12 per cento. Il tasso di occupazione femminile invece è un po’ più della metà di quello nazionale, 29.6 per cento contro 48.2 per cento.
«Questi dati sembrano però andare contro tendenza - continua Laplaca - rispetto a una sempre più crescente rivendicazione delle donne e del loro ruolo nel mondo del lavoro. Ed è in questa direzione che l'impegno della CISL e delle donne della CISL trova la sua forza dalla contrattazione.
La cultura del rispetto e della dignità della persona rappresentano per la Cisl una battaglia di civiltà per riaffermare la centralità e la dignità della persona nella società, processo che deve vedere un impegno straordinario dei Governi nazionale e regionale nell’attuazione di misure di rilancio dell’occupazione delle donne e dei giovani per lo sviluppo della Sicilia.