MICRON: ANCORA UN NULLA DI FATTO
07/02/2014 19:38
Incontro romano sulla vertenza
Le risorse aziendali saranno indirizzate ai mercati asiatici e americani. In Europa, in Germania e Gran Bretagna.
«Occorrono politiche industriali attente alla microelettronica per evitare la fuga delle imprese e un tavolo locale permanente»
Catania, 7 febbraio 2014 – Ancora un “nulla di fatto” all'incontro tra sindacati e Micron di oggi a Roma. Solo la conferma che la strategia aziendale è focalizzare le risorse nei Paesi dove ci sono i clienti, quindi il mercato, cioè Asia e Stati Uniti. In Italia, non sono previsti investimenti se non quelli strettamente necessari per i laboratori e per il personale di Catania.
«Un incontro che non ha cambiato nulla – ribadisce Piero Nicastro, segretario generale della Fim Cisl catanese, presente al tavolo romano – quindi ribadiamo le nostre richieste di intervento concreto delle istituzioni, visto che si sono rese disponibile ma, di fatto, nessun tavolo promesso è stato attivato per approntare una strategia che eviti la fuga dell'industria da un Paese come l'Italia, considerato dagli investitori immobile e burocratizzato».
La Micron ha presentato le attività che permangono in Italia ma la focalizzazione delle risorse sarà indirizzata ai mercati asiatici e americani. Le prospettive che l'azienda si è posta puntano a intercettare clientiautomotive, su Manchester, nel Regno Unito, le cui competenze sarebbero dello stabilimento di Arzano, e Monaco (Germania). Insomma, nei Paesi europei che stanno puntando sul settore dei semiconduttori.
«Sono affermazioni ci preoccupano – sottolinea Nicastro – perché anche per coloro che rimangono dipendenti Micron in Italia si prospetta una dismissione nel breve futuro. Di fatto, se non c'è una strategia nazionale seria nel settore dell'industria hi-tech, comprendendo una filiera anche dei potenziali clienti, il rischio è alto per tutte le aziende».
Anche per Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea, la politica deve mostrare maggiore attenzione al settore, a cominciare dal livello locale. «Ribadiamo l'appello al sindaco Bianco, al presidente Crocetta, alla politica e alle istituzioni locali e nazionali, perché non perdano ulteriore e si impegnino per non far fuggire imprese e investitori in un settore di eccellenza, cosa che impoverirebbe due volte la terra siciliana, per la perdita economica diretta e per la fuga di intelligenze giovani e altamente professionalizzate»