2023, CISL: CATANIA A UN BIVIO, SERVE UNA STAGIONE CONCERTATIVA E NON EGOISMI POLITICI
18/01/2023 15:55
Dall'esecutivo di fine anno un richiamo per il buon governo della città
il segretario Maurizio Attanasio espone i temi: dall'aeroporto al porto, dalla scuola alla sanità, dal Comune di Catania alle società partecipate
Catania, 1 gennaio 2023 - «Catania è a un bivio, oggi più che mai non ha bisogno di individualismi ed egoismi politici. Occorre avviare una nuova stagione della concertazione responsabile con le parti sociali per costruire un patto sociale per il buon lavoro, la legalità e per la crescita. Senza una guida competente, pluralista e con una visione d’insieme non si potrà avere legalità e sviluppo della città.
Chi amministra la “cosa pubblica” sia meno autoreferenziale e più responsabile. Sbagliano quanti sostituiscono il confronto democratico e costruttivo con la disintermediazione dei corpi sociali. Lo testimonia la storia recente e lo stato pietoso in cui versa la città, certificato anche, per quanti “consapevolmente distratti”, dalle classifiche nazionali ISTAT, da testate economiche nazionali e dalla percezione che i cittadini hanno vivendoci».
È impietosa l’analisi di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, e dei 16 segretari generali delle federazioni Cisl di categoria, emersa nell’esecutivo di fine anno al quale ha preso parte anche il segretario generale della Cisl siciliana Sebastiano Cappuccio, in cui il sindacato ha passato in rassegna il 2022, con le sue luci e le sue ombre, e tracciato un programmato di interventi per il nuovo anno 2023.
«Nell’anno appena trascorso – sottolinea Attanasio – la Cisl ha organizzato varie iniziative, veri spazi di confronto e proposta, con le istituzioni preposte, su temi che riteniamo fondamentali per Catania e il suo territorio provinciale. Temi che vanno dalla riforma delle politiche sociali e la tutela delle persone fragili a quella della sanità pubblica territoriale prevista dal PNRR, dalle politiche per le periferie fisiche ed esistenziali alla sicurezza sul lavoro, dal contrasto alla povertà, alla devianza minorile e alla dispersione scolastica alla lotta alla violenza sulle donne. In tali occasioni, abbiamo sollecitato sempre la politica, o le sue emanazioni, ad avviare tavoli di confronto concreti, perché mai come ora Catania ha bisogno di buon governo.
«Invece, dall’aeroporto al porto, dalle strutture sanitarie alle partecipate comunali e provinciale, dalla zona industriale al risanamento degli edifici pubblici e scolastici, dalla gestione del precariato sanitario e scolastico all’utilizzo trasparente di graduatorie e di avvio al lavoro di questi, da una parte c’è una certa gestione autoreferenziale, spesso politicizzata, che tutto dispone nell’interesse di pochi e dall’altra una cappa di silenzio (complicità?) a tutto danno dei tanti, della città e della sua area metropolitana».
«Siamo convinti - afferma il segretario della Cisl etnea - che sbaglia chi pensa che una tale complessità di questioni si possa governare “motu proprio”, delegittimando le rappresentanze sociali perché riluttante al confronto e alle critiche e, quindi, ritiene che il “manovratore” non debba essere disturbato. E che sbaglia anche chi crede di poter utilizzare il sindacato come strumento di attenuazione dei conflitti nei momenti di crisi e dimenticarsene quando c’è da progettare azioni di buon governo e di perseguimento del bene comune».
L’aeroporto
«Sullo scalo catanese da anni si parla, unilateralmente, di privatizzazione senza che sia mai stato avviato un confronto, aperto e franco, con i lavoratori dello stesso scalo e gli stakeholders sociali. Prima di parlare di privatizzazione sarebbe utile affrontare alcune questioni preminenti, ad esempio: oggi Fontanarossa ha raggiunto la vetta di 10 milioni di passeggeri e primeggia nel panorama nazionale come attività, ci chiediamo come mai alcune società di handling chiedono l’applicazione continua di contratti di solidarietà per i dipendenti? Noi vogliamo confrontarci a tutto tondo sullo scalo definito asset strategico del trasporto nel mediterraneo, non si può parlarne in modo monotematico».
Sidra e Partecipate comunali
«La partecipata che si occupa del servizio idrico pubblico lamenta costi energetici elevati arrivando più volte a minacciare aumenti in bolletta. Di contro, non definisce quanti siano stati gli utili degli ultimi bilanci impegnati in spese non strettamente pertinenti alla propria missione, ovvero il patrocinio finanziario di iniziative che probabilmente sarebbero di competenza di ben altri soggetti istituzionali. Forse con queste somme si potrebbero bilanciare gli aumenti denunciati?
È ora di dire basta con l’idea che quando una società pubblica fa utili non c’è contezza del loro utilizzo e se, invece, va in perdita si pensa immediatamente a far pagare i soliti cittadini, come avviene anche nel caso di evasione ed elusione di utenza. Per Sidra, così come per le altre partecipate, abbiamo più volte denunciato il mancato confronto con le organizzazioni sindacali sul governo delle incorporazioni e/o fusioni, per poter concertare l’armonizzazione degli inquadramenti dei lavoratori transitati e provenienti da CCNL diversi, dei carichi di lavoro e della dotazione organica.
Ad oggi non abbiamo contezza del parere contabile-amministrativo del Comune di Catania, soggetto preposto al controllo analogo di autorizzazioni ad assumere nuovo personale, di contrattualizzazione di tirocinanti o di incarichi a “esperti e consulenti” vari. Una condizione che non può più essere sottaciuta dal Commissario straordinario del Comune e che necessita un confronto immediato tripartito: Comune, presidente della Sidra e organizzazioni sindacali. Sia chiaro a tutti che non consentiremo che eventuali condizioni di difficoltà economiche generate dal mancato controllo analogo possano ricadere su lavoratori e cittadini».
Il Porto
«Si riprenda il dialogo sociale su missione e legalità plurale. Invitiamo il presidente Di Sarcina ad avviare il confronto con le organizzazioni sindacali su tutti i temi che investono l’importante infrastruttura. Attendiamo da mesi, ormai troppi, che si avvii quel tavolo permanente su legalità, lavori e messa in sicurezza dello scalo marittimo, la interconnessione con altri asset strategici, come Interporto e altri porti e, infine, sul controllo del rispetto delle norme contrattuali e di tutela alla salute e sicurezza del lavoro di chi, a vario titolo, presta la propria opera dentro lo scalo».
Sanità: nuova riorganizzazione e stabilizzazione dei precari Covid
«Più volte con le nostre federazioni del Comparto Sanità e dei Medici abbiamo ribadito che occorre un dialogo diverso, leale e aperto alle proposte: non abbiamo bisogno di enunciazioni senza concretezza. La riforma del PNRR rischia di diventare utopia, se non si riempiranno di personale le strutture previste. Adesso che la normativa e l’indirizzo politico è chiaro, si avvii una vera stabilizzazione di chi ha diritto all’assunzione. Temiamo che ci si sia troppo spesso riempiti la bocca col definire “eroi” quanti erano in prima linea durante l’emergenza sanitaria, ma che per questi lavoratori si sia fatto ben poco. All’Asp di Catania chiediamo di avviare immediatamente una convocazione del tavolo della Salute e di definire in modo inequivocabile quanto previsto dall’ultima normativa che tende a eliminare il precariato nella Sanità. Abbiamo plaudito alle assunzioni fatte recentemente, ma contestualmente abbiamo protestato per la mancata assunzione di questo personale. Ora le norme sono determinanti, auspichiamo non vengano sollevati nuovi ostacoli».
Scuola: maggiore trasparenza su graduatorie GPS
«Con la federazione della Scuola abbiamo condotto una ricerca sull’utilizzo delle graduatorie provinciali di supplenza (GPS) e di istituto: chiediamo maggiore trasparenza nell’avvio del personale docente e il controllo dei titoli dichiarati. Inoltre abbiamo chiesto al dirigente dell’Ufficio Regionale Scolastico-Ambito di Catania, Emilio Grasso, un ulteriore incontro per confrontarci sui dati riscontrati nella nostra verifica con quelli in possesso dell’Ufficio per colmare alcune “discrasie” emerse durante la ricerca».
Il Comune di Catania
«Al commissario Portoghese – continua Attanasio – al quale riconosciamo la difficoltà di operare in un contesto finanziariamente complicato, non possiamo non sottolineare che il confronto con le organizzazioni sindacali non può limitarsi alle sole politiche sociali o al personale dell’amministrazione. La città aspetta invece un confronto sulle politiche di sviluppo e si aspetta dall’amministrazione indicazioni precise e una guida chiara sulle azioni che verranno intraprese. I temi sono tanti e non vengono affrontati: a cominciare dalle risorse per il rifacimento della rete idrica o all'adeguamento antisismico degli edifici pubblici, o sulla zona industriale o nel rapporto con la Città metropolitana e la Pubbliservizi, sulla riforma sanitaria prevista dal PNRR, sugli ospedali dismessi, sulle opere pubbliche, sugli interventi nei quartieri popolari».
«Insomma - conclude il numero uno della Cisl di Catania - “non possiamo tacere”. La Cisl di Catania con le sue Federazioni di categoria intende prendere posizioni forti su tutti i temi di competenza e sul continuo declassamento della città sui report di qualità della vita nazionali: c’è bisogno di azioni “plurali”, del coinvolgimento di “costruttori del Bene Comune” che facciano gli interessi della città e non quelli propri. C’è bisogno di un confronto allargato, costruttivo e concreto che è nel DNA del sindacato confederale il quale, lo voglio ricordare, è titolato non solo dalla Costituzione, ma legittimato anche dai propri iscritti e dalle deleghe ricevute delle migliaia di famiglie e cittadini che ad esso si rivolgono per rivendicare diritti e giustizia sociale».
(rn)