POLITICHE SOCIALI, CHE FINE HA FATTO L'ASSESSORATO COMUNALE?
12/09/2017 15:56
A due mesi dall'insediamento del nuovo titolare
Attanasio: «Ci sono importanti scadenze, con fasce deboli e lavoratori che aspettano una programmazione. Bianco continui anche nelle politiche sociali la concertazione avviata col Patto per Catania»
Catania, 9 settembre 2017 - Cinque mesi di stallo, più due di anonimato. E un milione e 600mila euro chiesti al bilancio comunale per rifondere la cassa.Che è successo all’assessorato alle Politiche sociali di Catania? Che fine ha fatto l’assessore Parisi che ieri, 8 settembre, ha compiuto due mesi dal suo insediamento? Perché non si convocano più incontri ufficiali sulle numerosissime misure che, per legge, devono essere concertate con le parti sociali? E a che titolo, in che veste e in nome di chi l’assessore è andato a votare alla Camera di Commercio (non entriamo nel merito del voto ma sul mandato che ha esercitato) per le elezioni del presidente suscitando le perplessità anche dei rappresentanti sindacali delle altre province?
Sono le domande che la Cisl di Catania pone all'amministrazione comunale per fare chiarezza sulle condizione in cui versa il governo del welfare pubblico locale, davanti a scadenze importanti per le fasce deboli della cittadinanza e al comportamento del titolare della delega.
«Sono sette mesi ormai che le attività delle politiche sociali comunali languono – sottolinea Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania – eppure ci sono questioni incombenti e imminenti che impongono l’avvio di confronti seri con le forze sociali. Perché mentre l’assessorato sonnecchia, i poveri rischiano di restare poveri, gli anziani senza servizi, i disabili senza assistenza e i lavoratori del settore della cura rischiano il futuro occupazionale».
I temi all'ordine del giorno delle Politiche sociali comunali sono tanti: le misure del PON Inclusione per le sue azioni antipovertà; l’avvio dell’anno scolastico, con asili nido e assistenza agli alunni disabili; l’imminente introduzione del REIS, il Reddito d’inclusione sociale; la programmazione familiare non partita per il Sostegno d’inclusione Attiva; la necessaria rimodulazione dei fondi della legge 328/2000 per l’assistenza sociosanitaria; la progettualità della legge 285 in favore dei minori, i tanti milioni di euro del PON Metro per gli interventi contro l'emergenza abitativa e per la lotta all'esclusione sociale; il riparto dei fondi PAC sulla seconda annualità per i servizi di cura alla persona, infanzia e anziani.
«Siamo a conoscenza che le attività all’assessorato fervono sottotraccia e speriamo non siano in chiave “elettorale” – denuncia Attanasio – ma di incontri ufficiali per le importanti scadenze che attendono la città nemmeno l’ombra. Ci sono decisioni che vanno prese attraverso la concertazione con gli attori sociali individuati dalle leggi e che collaborano con l’amministrazione comunale. Basta con le passerelle o le incursioni senza legittimazione, Bianco prenda una decisione».
«Chiediamo al sindaco Bianco - conclude il segretario generale della Cisl catanese - di continuare l'importante e meritevole operato iniziato col "Patto per Catania", rendendosi garante anche della concertazione sociale che sia democratica, partecipata da tutti gli attori e trasparente nelle azioni e nell'impiego delle risorse attualmente disponibili per Catania e il suo distretto socio sanitario. Riscriviamo insieme le risposte che l'azione amministrativa dovrebbe dare alla società attraverso un nuovo modello di welfare». (rn)