CARO BOLLETTE, CISL: «PERCHÉ NON SIAMO AL SIT IN»
18/11/2022 13:10
La manifestazione di piazza Università
Attanasio: «La Cisl sta portando avanti proposte che saranno a breve oggetto di confronto con i nuovi governi, regionale e nazionale, appena saranno insediati compiutamente»
Catania, 26 ottobre 2022 - «La Cisl di Catania è, con concrete proposte e azioni, accanto alle famiglie e ai lavoratori, a rappresentare il forte disagio delle fasce sociali più vulnerabili, ulteriormente poste in seria difficoltà dagli aumenti di luce, gas e beni di prima necessità. Siamo al fianco di tutte le imprese che si trovano in gravi condizioni a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle refluenze negative scaturite da esso. Reclamiamo presso i nuovi governi, regionale e nazionale, nuove politiche industriali, infrastrutturali ed energetiche da organizzare e condividere. Allo stesso tempo, un serrato controllo sui prezzi per verificare, ed eventualmente arrestare urgentemente, tentativi di speculazione. Ma non crediamo opportuno e funzionale, ora, soffiare sulle piazze, senza oltretutto avere degli interlocutori dei governi. Questo è il tempo del dialogo e del confronto sociale, aperto e costruttivo, della partecipazione e della corresponsabilità, tese ad orientare politiche strategiche in grado effettivamente di far fronte all’emergenza sociale in atto».
Spiega così Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, la non adesione del sindacato al sit-in indetto per oggi a Catania dalle rappresentanze datoriali e da altre sigle sindacali contro la crisi energetica e il caro bollette.
«In linea con le nostre confederazioni regionali e nazionali - continua - anche se riteniamo legittime le manifestazioni democratiche, purché funzionali, non vogliamo parlare alla pancia delle persone, delle tante famiglie, dei pensionati, di chi con tanti sacrifici manda avanti esercizi commerciali e piccole imprese: ora sarebbe fin troppo semplice. In questo momento su questi temi, al di là delle appartenenze ideologiche e politiche, si dia almeno il tempo che si formino governi, ministeri e assessorati, per aprire il confronto concreto. Solo ad un mancato ascolto protesteremo con merito e metodo nelle piazze e nei luoghi del lavoro».
«Come ormai risaputo, il tema dei costi energetici richiede un intervento congiunto e attento da parte dell’Unione Europea e del governo italiano. La Cisl sta portando avanti proposte che saranno a breve oggetto di confronto con i nuovi governi, regionale e nazionale, appena saranno insediati compiutamente. Alle nuove compagini governative sollecitiamo la messa a punto di nuove politiche industriali, infrastrutturali, energetiche e fiscali, che siano strutturali, da organizzare e condividere con le parti sociali. Va applicato un tetto sociale al costo dell’elettricità e l’azzeramento Iva sugli acquisti di beni di largo consumo per le fasce sociali deboli»
Secondo Attanasio «per la nostra provincia è importante dare contestualmente subito corso a misure di sostegno a imprese e famiglie, lavoratori e pensionati. Rispondere a un sempre più crescente disagio sociale nel nostro territorio, certamente acuito da un insostenibile caro vita, attraverso politiche di sistema che puntino a una più approfondita vigilanza sulla massa salariale spettante ai lavoratori, secondo la reale applicazione dei contratti collettivi e dei bonus riconosciuti dallo Stato. Al contempo, serve un modello innovativo di welfare pubblico che si intersechi con quello aziendale, anche mediante i sistemi della bilateralità. Occorre puntare, poi, su efficaci e diffuse politiche sociali e di contrasto alle povertà, persistenti ed emergenti, di famiglie, lavoratori e pensionati. Su questi e tanti altri importanti temi abbiamo fortemente voluto avviare il confronto con le amministrazioni locali, a partire dal Commissario straordinario del Comune di Catania».
«È necessario dunque - conclude il segretario della Cisl catanese - che si porti avanti il dialogo e il confronto su proposte concrete e realizzabili. Solo nel caso in cui i nostri appelli dovessero risultare lettera morta valuteremo se scendere in piazza a rivendicare le giuste richieste di famiglie, lavoratori, imprese e cittadini».
(rn)