TEATRO STABILE, CISL E FISTEL: "IL COMUNE FACCIA FRONTE COMUNE CON I LAVORATORI"
26/05/2015 18:34
Il presidio in piazza Università
Rotolo (Cisl Catania). «Occorre un piano di rientro dai debiti che faccia delle maestranze creditori privilegiati. La Regione investa sul settore»
D’Amico (Fistel Catania): «Il Comune sia arbitro e controllore dei fondi arrivati (600mila) e di quelli che arriveranno»
Catania, 25 maggio 2015 – Ricostruire il confronto per risolvere l’emergenza del Teatro Stabile, creare un nuovo modello di gestione delle risorse, costituire un fronte comune per sollecitare la Regione Siciliana. È quanto richiedono la Cisl e la Fistel Cisl al sindaco Enzo Bianco con il sit-in che si è tenuto oggi, in piazza Università, per informare i cittadini sulla pesante situazione del teatro e dei lavoratori.
Alla manifestazione hanno partecipato numerosi lavoratori del teatro Stabile, con dirigenti e rappresentanti delle varie federazioni sindacali della Cisl di Catania.
La Cisl e la Fistel vogliono un modello nuovo di gestione delle risorse pubbliche che sono arrivate e che arriveranno al teatro, con un piano di rientro che permetta allo Stabile di fare fronte ai tagli, spalmando i debiti nei prossimi anni, e consideri i lavoratori e le maestranze dei creditori privilegiati così da far ritrovare loro serenità e si creino le condizioni quindi per riconquistare gli abbonati persi negli ultimi anni.
«La crisi del Teatro Stabile, tra le tante irrisolte nel territorio catanese – afferma Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea – coinvolge istituzioni locali, sindacati, lavoratori, cittadini, artisti e il destino stesso del settore culturale del nostro territorio. Nonostante tutti gli interventi fatti dal sindacato, non si intravede finora una soluzione che dia certezze e serenità per il futuro dell’importante istituzione culturale catanese».
«Ecco perché – aggiunge – al sindaco di Catania, che è componente del CdA del teatro, chiediamo un’opportunità di confronto per arrivare a una soluzione chiara e condivisa che porti lo Stabile fuori dal limbo in cui è stato spinto negli ultimi anni, per costituire un fronte comune che solleciti la Regione Siciliana a riconoscere al settore della Cultura un ruolo strategico su cui investire per lo sviluppo del territorio».
Per Antonio D’Amico, segretario generale della Fistel etnea, «in questa delicata vicenda, i lavoratori del teatro stanno dando testimonianza di elevato senso di responsabilità permettendo al sipario di alzarsi regolarmente senza pregiudicare il regolare andamento degli spettacoli programmati, nonostante siano da febbraio senza stipendio».
«Negli ultimi mesi – sottolinea D’Amico – allo Stabile sono comunque arrivati dei fondi, 600mila euro, e ne stanno per arrivare altri 240mila. Altrove si privilegiano i lavoratori, a Catania no. Allora, il Comune di Catania si faccia arbitro e controllore di questa situazione e consenta ai lavoratori di riconquistare il diritto a veder ripagato un lavoro che stanno svolgendo con grande dignità».