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PENSIONATI CISL, ANCORA TROPPI RITARDI SU MISURE E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI

PENSIONATI CISL, ANCORA TROPPI RITARDI SU MISURE E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI

09/04/2018 17:02

L'analisi dell'esecutivo provinciale nella sede di via V.zo Giuffrida

Riportare all'interno dell'unica cabina di regia tutte le misure finanziate.

Mancano ancora la Carta dei servizi sociali, l'Anagrafe assistiti e l'operatività del Punto unico di accesso.

Bene i segnali dall'assessore alla Sanità Razza ma attendiamo di ridiscutere il piano di integrazione socio-sanitaria regionale

Catania, 23 febbraio 2018 - Politiche sociali, anagrafe assistiti, PAC Anziani e Punto unico di accesso (PUA): troppi ritardi ancora sulle misure e sulla programmazione dei servizi socio-assistenziali. Lo denunciano i Pensionati della Cisl di Catania che oggi hanno tenuto l’esecutivo provinciale: all’ordine del giorno lo stato dei servizi socio-sanitari nella provincia di Catania.

Da un’ampia analisi del contesto, redatta da Marco Lombardo, segretario generale della Fnp Cisl etnea, Alfio Giulio, segretario generale della Fnp Cisl siciliana, e Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, emerge una situazione che ha bisogno di immediate verifiche rispetto alle molteplici azioni finanziate nelle diverse misure: PON Inclusione, PON Metro, Piano di azione-coesione (PAC), SIA (sostegno per l’inclusione attiva); REI (reddito d’inclusione).  

«L’assessorato deve subito riportare all’interno dell’unica cabina di regia, il quadro generale e tutte le misure di protezione sociale previste – dicono Lombardo, Giulio e Attanasio – per un confronto con le forze sociali per sapere a che punto è la programmazione delle misure previste dalla legge 328 del 2000, per conoscere a che punto è la spesa dei fondi del Pac per i servizi alla persona e il resto. Insomma, tutto pare si sia arenato e non abbiamo più nessuna notizia su come procede la spesa e la sua distribuzione». 

Lettera morta è pure rimasta la costituzione dell’anagrafe assistiti per monitorare l’equa ripartizione delle misure per ogni cittadino avente diritto. «La cabina di regia sta procedendo bene – ammettono Lombardo, Giulio e Attanasio – rispetto alle ipotesi di intervento avanzate, ma riteniamo indispensabile attivare l’anagrafe di quanti stanno usufruendo delle varie misure previste per evitare che si creino disparità tra cittadini che si trovano in stato di bisogno».

Nulla si è fatto anche per la Carta dei servizi delle Politiche sociali, attraverso il quale il Comune si impegna formalmente a erogare servizi e interventi sociali secondo determinati standard di qualità. «Il Comune l’ha fatto per tutti gli altri servizi – lamentano i tre dirigenti della Cisl – non comprendiamo perché ancora non si possa fare per i Servizi sociali». 

Cisl e Fnp Cisl chiedono anche di sapere a che punto è l’attivazione e il funzionamento del PUA, il Punto unico di accesso ai servizi sociosanitari, che amministrazione comunale e Azienda sanitaria provinciale avrebbero dovuto far partire. «Se ne parla da tre anni, con continue dichiarazioni d’intenti – affermano Lombardo, Giulio e Attanasio – ed è stato speso un milione e 700mila euro proprio per informatizzare l’accesso a tali servizi. Ma il Pua esiste sulla carta e in pratica non sta funzionando. Confidiamo nella sensibilità dell’assessore Parisi e nella sua formazione medica perché finalmente si arrivi all’avvio reale del servizio». 

Anche su liste e tempi di attesa nei nosocomi catanesi, i Pensionati della Cisl di Catania attendono segnali concreti. «Apprezziamo i timidi segnali che arrivano dall’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, per intervenire su liste d’attesa per visite specialistiche ed esami strumentali e sui tempi nei pronto soccorso, attendiamo fiduciosi i primi risultati. Ma attendiamo anche un confronto per ridiscutere il piano di integrazione socio-sanitario licenziato dal precedente governo regionale che a noi pare troppo sbilanciato verso la sanità privata, che limita i cittadini invece nel fondamentale diritto di essere assistiti e bene dalla sanità pubblica».

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