PORTO, LUNEDÌ SIT-IN DI PROTESTA DEI LAVORATORI DI CATANIA PORT SERVICE
16/03/2021 17:13
Dalle 7 del mattino davanti all'Autorità di sistema
Ennesima vertenza dopo quella Caronte/Tourist e TTTLines. Duro colpo al progetto Autostrade del Mare
I dati delle movimentazioni merci, vs. porto di Palermo: +80mila (2019), +70mila (2020); 122 lavoratori (220+100 inter.)
Catania, 6 marzo 2021 – Lunedì 8 marzo, dalle 7 del mattino, davanti alla sede dell’Autorità di Sistema portuale di Catania, terranno una manifestazione di protesta e sensibilizzazione i lavoratori della Catania Port Service (CPS), società che lavora per Tirrenia/CIN. La compagnia di navigazione, infatti, a causa dei problemi legati alla vicenda sul bando per l'assegnazione dei fondi per la continuità territoriale, rischia di non avere più la flotta per Catania.
Accanto ai lavoratori, è scesa in campo la Cisl con la sua federazione di categoria Fit Cisl che, per tamponare l’emergenza occupazionale del Porto, chiedono la costituzione dell’art.17 della legge 84/94 nei porti di Catania e Augusta, per la costituzione di un bacino interno di lavoratori da cui possano attingere tutte le aziende che operano nei due porti della Sicilia orientale.
«Oggi i lavoratori della CPS – denuncia Mauro Torrisi, segretario generale della Fit Cisl di Catania – a causa della notevole riduzione di approdi, non riescono a effettuare quei turni di lavoro che permetterebbero loro di sfamare le proprie famiglie. Usufruiscono di cassa integrazione nelle tempistiche che tutti noi conosciamo, in quanto l’azienda non riesce ad anticipare le somme».
Quella della CPS è l’ultima delle emergenze lavorative che affliggono il Porto di Catania. «È dal 2019 che il porto di Catania non riesce a risolvere i problemi di carattere occupazionale: facciamo riferimento alla vicenda dei licenziamenti dei 21 lavoratori della Caronte e Tourist e, l’altra, legata ai licenziamenti dei lavoratori della New TTT Lines in seguito alla dismissione della tratta Catania/Napoli».
«Chiediamo un incontro urgente all’Autorità di Sistema – dichiara Torrisi - e, contestualmente, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza, proclamiamo lo stato di agitazione dei lavoratori coinvolti, con presidi permanenti negli spazi antistanti la sede dell’Autorità di Sistema Portuale».
Alla Regione Siciliana e all’assessore ai Trasporti Marco Falcone lancia un appello Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese. «Quella dei lavoratori della CPS è una vicenda che apre una larga ferita nel corpo del progetto delle cosiddette “Autostrade del Mare”. E non può passare inosservata alla Regione. Ecco perché chiediamo un urgente incontro all’assessore Falcone per affrontarla e analizzare il tema più complessivo dei trasporti commerciali via mare da e per la Sicilia. Non vorremmo che quello della CPS fosse il primo di una lunga serie di abbandoni che Catania per la sua importanza strategica non può subire».
«Siamo davanti a una situazione che ha del paradossale – dicono Attanasio e Torrisi - perché il porto etneo è primatista in Sicilia, e si classifica tra i primissimi porti in tutta Italia, rispetto alla movimentazione merci tra imbarchi e sbarchi». «Basti pensare – sottolineano – che nel 2019 e nel 2020 la movimentazione merci nel porto di Catania ha superato quella di Palermo rispettivamente di 80mila e 70mila movimenti. Eppure, a Catania sono impiegati 122 lavoratori, contro i 220 più 100 interinali del porto di Palermo».