SERVIZI DI CURA ALLA PERSONA, GIUNGLA DI CONTRATTI-SPAZZATURA. SIAMO AL DUMPING
17/06/2019 19:41
Avviata verifica della Città metropolitana
Attanasio: «Bene l'iniziativa dell'ente: tanti lavoratori del settore hanno paghe più basse e minori contributi»
Catania, 13 giugno 2019 - Troppi contratti-spazzatura per i lavoratori impiegati nei servizi di cura alla persona e nei sub appalti: siamo al dumping contrattuale. Ma finalmente qualcosa si muove: la Città metropolitana di Catania, su indicazione della Regione Siciliana, ha avviato una verifica delle condizioni applicate ai dipendenti delle cooperative impegnati nei servizi per l’integrazione scolastica di alunni e studenti disabili.
A dirlo è Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, che plaude all’iniziativa dell’ente di area vasta, arrivato dopo anni di denunce e di allarmi lanciati dal sindacato in tutte le sedi preposte all'erogazione dei servizi.
«Da oltre tre anni – aggiunge – la Cisl denuncia che proprio nel sistema di cura, cioè il maggior numero di affidamento di servizi pubblici esternalizzati attraverso gare o accreditamento di imprese, ormai tante società cooperative hanno fatto cartello e utilizzano formule contrattuali che riducono alla fonte la retribuzione e, di conseguenza, la contribuzione oraria dei lavoratori, pur dinnanzi alle somme correttamente corrisposte loro dagli enti committenti. Può succedere, ad esempio, che l’ente committente paghi la cooperativa per 19 euro/ora, mentre quest’ultima ne corrisponde solo 10 al lavoratore».
«Il fatto è – spiega Attanasio – che ci muoviamo in una piccola giungla di contratti nazionali del settore, arrivati anche oltre sette. Si tratta di contratti sottoscritti da sindacati autonomi che stanno generando un vero e proprio dumping economico e l’impoverimento contributivo a migliaia di lavoratrici e lavoratori. Operatori che, paradossalmente, pur essendo contrattualizzati, subiscono la decurtazione del loro stipendio e l’alienazione dei propri diritti, attraverso l’obbligo di firmare contratti di lavoro "spazzatura", sottoscritti da pseudo organizzazioni datoriali e sindacati non maggiormente rappresentativi che applicano forme di ribasso delle tabelle contributive non conformi che poi, nell'insieme, finiscono per decurtare ingenti somme di salario ai lavoratori».
«In questi giorni – continua – finalmente la Città metropolitana di Catania, su indicazione regionale, ha avviato la verifica delle condizioni contrattuali dei dipendenti delle cooperative, o di quegli operatori assunti direttamente dalle famiglie. Si tratta soprattutto di verificare con quale CCNL di lavoro vengono inquadrate le figure professionali impiegate in mansioni così delicate, se abbiano ricevuto la giusta retribuzione e se la retribuzione corrisponde a quella erogata dall’ente verso le cooperative».
Secondo il numero uno della Cisl catanese «la lodevole iniziativa della Città metropolitana avvia una fase di controllo forse mai fatta dagli enti pubblici». «È un’iniziativa certamente apripista – sottolinea – che andrebbe estesa a tutti i nove distretti socio sanitari di Catania, come modello da riprendere per tutti i Comuni capofila e le amministrazioni comunali che gestiscono ingenti somme provenienti da fondi PAC e PON».
«E come Cisl – annuncia – offriamo fin da ora ai lavoratori interessati l’assistenza dei nostri servizi specializzati, per verificare se abbiano avuto applicato il giusto contratto nazionale di lavoro del settore e se siano state liquidati i giusti emolumenti aggiuntivi previsti dallo stesso contratto e finanziati dagli Enti pubblici committenti. Inoltre, è allo studio l'analisi del fenomeno che è stato rilevato in ambito provinciale e regionale».
«Richiamiamo alla responsabilità le imprese e le cooperative – conclude Attanasio – oltre che le associazioni datoriali che sottoscrivono tali contratti. Da parte degli enti committenti occorre invece maggiore controllo. Insieme a CGIL e UIL, nei prossimi giorni, chiederemo formalmente al Prefetto e all’Ispettorato del lavoro di costituire una apposita commissione di verifica sull’utilizzo dei contratti spazzatura anche in altri settori, dove non abbassano solo la retribuzione o la contribuzione al lavoratore, ma riducono pericolosamente le somme da impiegare sulla sicurezza di cantieri o di attività lavorative di interi settori del lavoro a rischio».
(RN)