COMPAGNIE AEREE LOW COST, MERCATO DEL LAVORO E DUMPING SOCIALE
01/07/2014 19:35
La conferenza stampa di Enrique Carmona, presidente di ETF Civil Aviation section, Giovanni Luciano, segretario generale Fit Cisl nazionale, e Franco Nasso, segretario generale della Filt Cgil nazionale.
Chiedono il rispetto delle leggi italiane e delle regole del lavoro, evitando i sotterfugi e la conseguente concorrenza sleale nei confronti delle compagnie che lavorano onestamente. Sono i sindacati europei dei trasporti ETF (European Transport Workers Federation) che insieme alla Filt Cgil e alla Fit Cisl, stamattina hanno incontrato la stampa alla Baia verde nell'ambito del convegno nazionale che in queste ore si sta tenendo a Catania (domani mercoledì 2 luglio, seconda e ultima giornata) sul tema, “Evoluzione del mercato del lavoro nell’Industria del Trasporto Aereo a seguito dello sviluppo delle compagnie Low Cost”.
Sono circa 6000 i lavoratori italiani che lavorano nelle compagnie low cost e la maggior di parte di loro guadagnano - soprattutto nel caso del personale di volo - il 50% in meno di una compagnia come Alitalia. Ma non è solo una questione di soldi: attraverso una forma sofisticata di delocalizzazione, alcune compagnie non versano contributi per la pensione, nè pagano le tasse al governo italiano. Il caso Ryanair spicca su tutti.
All'incontro con la stampa sono intervenuti Enrique Carmona, presidente ETF Civil Aviation section, il segretario generale della Filt Cgil nazionale Franco Nasso e Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl.
Secondo Nasso "nel trasporto aereo in Italia con i processi di liberalizzazione, in assenza di regole, a fare ricavi sono solo le compagnie low cost che nella libertà della competizione non applicano i contratti di lavoro, non pagano le tasse ed i contributi. Inoltre gli aeroporti italiani dove atterrano le low cost elargiscono aiuti e solo nel nostro paese Ryanair può decollare dai grandi aeroporti in concorrenza con le grandi compagnie.
Come conseguenza di questa assenza regole - ha evidenziato il segretario generale della Federazione dei Trasporti della Cgil - l'intera industria del trasporto aereo è in crisi con Alitalia oggi praticamente arrivata vicina al secondo fallimento nel giro di pochi anni e tutte le società aeroportuali e le aziende che operano nel settore in grave crisi o fallite. A pagare le spese di questa situazione sono i lavoratori con 14mila addetti che usufruiscono del Fondo di sostegno al reddito del trasporto aereo. Per evitare la catastrofe del settore - ha concluso Nasso - serve completare la costruzione di contratto nazionale unico di settore che stabilisca le condizioni contrattuali sotto le quali nella concorrenza non si può scendere".
Giovanni Luciano delinea anche una soluzione possibile: "Quali sono le conseguenze dell'espansione delle compagnie low cost? Da un lato un grande sviluppo del trasporto aereo, ma anche una grande ingiustizia ai danni dei lavoratori che vengono impiegati in queste realtà. Ma esiste anche una distorsione del mercato, visto che gli aeroporti minori pagano le compagnie perché siamo in Europa". "Noi chiediamo che questi soldi a disposizione vengano messi a gara - ha aggiunto il segretario generale della Filt Cisl- e non solo con la logica del miglior offerente, ma nel rispetto delle norme che vengono richieste negli altri settori, come l'edilizia o l'industria, come la regolarità contributiva e fiscale
Tra tutti i casi critici spicca Ryanair che, a detta dei sindacati di categoria, rifiuta i contatti non solo con i sindacalisti italiani, ma anche con quelli d'altre nazionalità. È stato da pochissimo aperta una procedura di raffreddamento da Cgil, Cisl e Ugl, per cercare di affrontare questo problema in maniera diversa dal solito. A sentire le testimonianze dei rappresentanti sindacali, è difficile partire dal basso e coinvolgere i lavoratori (nel corso del convegno è stata divulgata la lettera di un dipendente Ryanair che ha preferito non firmarsi, dove vengono raccontati le gravi difficoltà di chi lavora nella compagnia), mentre il tentativo è quello di tenere rapporti con i vertici almeno in sede istituzionale, al Ministero.
Nel caso di Ryanair il "trucco" è firmare i contratti in Irlanda e proprio per questo i lavoratori italiani non si vedranno versare un solo euro in contributi e non godranno di alcuna pensione, neppure minima.
L’agenda dei lavori di questo importante appuntamento ha previsto, inoltre, la presentazione dello studio di ricerca preparato da Peter Turnbull dell’Università di Cardiff (UK) e da Harvey Geraint dell’Università di Birmingham (UK), a seguito di una indagine conoscitiva tra i lavoratori delle compagnie aeree Low cost europee.
Al Convegno parteciperà anche il Presidente del Tavolo del Dialogo Sociale di settore, in rappresentanza dell’Associazione degli Operatori Aerei Europea (AEA- Air European Association), Dott. Emmanuel Jahan. Tra gli invitati anche Il sindaco Bianco, Vincenzo Fusco, direttore dell’Aeroporto di Catania, Alessio Quaranta, Direttore Generale dell’ENAC. Quest'ultimo, stamattina ha sottolineato la necessità del rispetto delle regole.
Il documento finale del Convegno, verrà presentato alla Commissione Europea, Direzione Affari Sociali e Politiche per l’Impiego (DG EMPL), nell’ambito del tavolo di Dialogo Sociale annuale, così come previsto dall’Agenda di Lisbona.
Infine, Il Convegno si pone l'ambizioso obiettivo di preparare una strategia di lavoro futuro tra i Sindacati europei aderenti ad ETF (European Transport Workers Federation), che affronti i nuovi processi del mercato del lavoro, le disuguaglianze salariali e la sempre maggiore precarizzazione del settore, così come l’aumento eccessivo dei carichi di lavoro, inoltre vuole affrontare il problema della rappresentanza sindacale tra i lavoratori dei vettori Low cost.
conferenza stampa: da sinistra Nasso, Carmona, Luciano