NUOVO SITO STM, CISL: TEMIAMO RASSICURAZIONI BUFFAGNI INSUFFICIENTI, OCCORRE NUOVA POLITICA INDUSTRIALE
23/11/2020 18:31
L'informativa annuale della multinazionale
Impegno economico non adeguato e agevolazioni solo al 12%: si rischia di non essere competitivi nel mercato mondiale.
Il nuovo sito importante non solo per l'occupazione ma anche nel quadro dello sviluppo potenziale della ZES della Sicilia orientale
Catania, 21 novembre 2020 - «Per garantire che StM realizzi a Catania il progetto della nuova fabbrica le rassicurazioni del vice ministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni sono certamente di buon auspicio ma temiamo che non siano sufficienti: l’impegno economico del governo italiano è inadeguato e concreto appare il rischio di risultare non competitivi nel mercato internazionale. Non si può più attendere: è ora che il governo nazionale riconsideri la sua politica industriale per un rilancio vero del Mezzogiorno, e per la Sicilia in particolare, non solo in prospettiva occupazionale ma di sviluppo futuro».
È quanto affermano Piero Nicastro, segretario regionale Fim Cisl Sicilia, e Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese dopo l’informativa annuale con la dirigenza di STM Italia, dove i vertici della multinazionale hanno confermato il progetto del nuovo sito per la produzione del nuovo substrato, ma non hanno garantito che lo stesso venga realizzato a Catania.
«L’impegno economico che il Governo ha messo a disposizione per realizzare il progetto per i substrati di carburo di silicio – afferma Nicastro – è inadeguato per un vero progetto di sviluppo occupazionale. Il confronto con gli investimenti che si stanno realizzando in altri Paesi come la Francia, la Germania e anche gli USA, in ambito industriale è preoccupante, si rischia di non essere competitivi in un settore, come quello della microelettronica, dove la concorrenza è a livello mondiale».
«Basti pensare – sottolinea il segretario della Fim Cisl siciliana – che i competitor privati negli altri Stati hanno maggiore supporto negli investimenti perché le agevolazioni superano il 50%, ma è anche più consistente l’importo complessivo dello stesso investimento. In Italia, invece, nel migliore dei casi si arriva al 12% (contratti di sviluppo) e gli importi degli investimenti servono solo a creare aziende non competitive a livello mondiale, nonostante il ministero dell'Economia e Finanze detenga le azioni della STM e produca utili per lo stesso ministero».
«Per tale motivo – aggiunge Attanasio – è compito della politica siciliana, e in particolare della deputazione nazionale catanese, intervenire e vigilare non solo perché possa concretizzarsi il progetto per realizzare l’importante sito produttivo a Catania, che sarebbe davvero una grande opportunità per la nostra economia e per l’occupazione giovanile, ma anche per mettere le basi affinché si possa finalmente imporre una svolta per una vera politica industriale di prospettiva. Ricordiamo che nel quadro più complessivo della ZES, l’area industriale catanese riceverebbe dal nuovo sito produttivo di StM un’ulteriore spinta positiva per lo sviluppo del territorio della Sicilia orientale».
(rn)