ESTORSIONE A DIPENDENTI, BENE LA CONDANNA, MA OCCORRONO MAGGIORI CONTROLLI
27/11/2019 12:36
La notizia oggi sul quotidiano La Sicilia
Attanasio (Cisl) e Ponzo (Fisascat): «Violenza e negazione sui salari e privazione di contributi per il futuro»
Catania, 13 novembre 2019 - «Finalmente una condanna per estorsione ai danni di lavoratori costretti a versare parte del loro stipendio. Ora occorre non abbassare la guardia: si intensifichino i controlli e si infliggano pene esemplari. Basta fare profitto sulla pelle dei lavoratori!».
È il commento di Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e di Rita Ponzo, segretaria generale della Fisascat Cisl etnea – alla notizia pubblicata oggi dal quotidiano La Sicilia, sulla condanna di una imprenditrice di Mascalucia che vessava i propri dipendenti.
«È da tempo che denunciamo queste pratiche illegali – affermano Attanasio e Ponzo – che sono ancora lungi dall’essere estirpate e che sono ancora più odiose quando avvengono nel settore della prestazione di servizi di pubblica utilità, come la cura alle persone in difficoltà, e soprattutto quando i soggetti che sono deputati al controllo sono enti pubblici».
Per i dirigenti sindacali della Cisl catanese «ciò accade perché mancano controlli adeguati tanto sull'aspetto finanziario quanto sulla natura dei rapporti contrattuali tra imprese e lavoratori».
«Così succede sempre più spesso – spiegano – che datori di lavoro senza scrupoli, approfittando di una situazione del mercato del lavoro in cui prevale l'offerta sulla domanda, costringendo i lavoratori, con la minaccia più o meno evidente di licenziamento, ad accettare trattamenti retributivi deteriori e non adeguati alle prestazioni effettuate. Consumando non solo “violenza e negazione” su salari, contribuzione e sui più elementari diritti dati dai contratti collettivi nazionali di lavoro, ma anche mortificando è annullando l’essere persona, costringendo a subire ogni sorta di sopruso».
«Lo stesso si può dire – sottolinea Ponzo - anche quando i lavoratori vengono costretti a sottoscrivere buste paga attestanti il pagamento di somme maggiori rispetto a quelle effettivamente versate, oppure non pagare i giorni di malattia tramutando questa in ferie».
«Occorre dunque – conclude Attanasio - avviare due fasi: con la prima, eliminare quei contratti “spazzatura” sottoscritti da pseudo organizzazioni datoriali e sindacali, che mortificano la dignità dei lavoratori oltre che a derubarne economie e futuro. Con la seconda, intensificare l’attività di controllo con mezzi e personale adeguati. Ai lavoratori, infine, diciamo di scegliere con oculatezza le sigle che li rappresentano e di rivolgersi con fiducia al sindacato che saprà guidarli e sostenerli nell’azione contro le illegalità contrattuali».
(rn)