MICRON, IL DIRETTIVO FIM SCRIVE AL PAPA
29/01/2014 15:43
«Alcune famiglie sono in attesa di un bambino e pensano di interrompere la gravidanza»
Catania, 29 gennaio 2014 – Il direttivo della Fim Cisl della Micron ha inviato una lettera a Papa Francesco, per rappresentare il profondo disagio causato dalla vertenza che metterà fuori dall'azienda 419 lavoratori, 128 solo nel sito di Catania.
Al Pontefice, il direttivo ha trasmesso il timore che alcune famiglie di lavoratori, in attesa di un figlio, stiano considerando l'interruzione della gravidanza a causa dei licenziamenti decisi dall'azienda.
A Sua Santità Francesco, 00120 Città del Vaticano
Non c’è dignità senza lavoro, ma oggi la Micron non permette neanche la vita.
Eccellentissimo sua Santità Papa Francesco,
le scriviamo per raccontarle la nostra storia, la storia di 419 famiglie messe da una multinazionale americana, la Micron, sul ciglio di un burrone.
Oggi in Italia non siamo i soli e purtroppo le ultime vicende al ministero dello Sviluppo economico italiano ci ha confermato che il governo Italiano non le potrà salvare.
Da poche settimane alcune famiglie di nostri colleghi hanno ricevuto la grazia di aspettare un figlio.
Oggi, Illustrissimo Padre, tra Catania, Arzano, Agrate-Vimercate, Avezzano abbiamo registrato la volontà di alcuni che, presi dalla sconforto e dalla disperazione, pensano di ricorrerre all’interruzione di gravidanza, perché non potranno garantire un futuro dignitoso ai propri figli.
Le scriviamo non per citare la nostra storia aziendale ma per chiederLe di aiutare quelle famiglie che avendo perso il lavoro, non riescono a vedere una speranza per il futuro e non hanno la forza per credere nel dono della vita.
Santissimo Padre, stiamo attivando come cristiani e come lavoratori tutto quello che umanamente è possibile attivare per evitare che la Micron porti via lavoro, serenità e dignità, ci aiuti ad evitare che portino via anche vite umane in gestazione.
Santissimo Padre ci aiuti a portare a queste famiglie la serenità, la speranza nel futuro e nella vita che viene da Dio.
Cristo Gesù ci conceda di vedere il suo Amore.
Direttivo FIM-Cisl in Micron
Insieme alla lettera, il direttivo ha presentato a Papa Bergoglio una "carta d'identità" dei lavoratori italiani di Micron e una sintesi della vertenza.
Chi siamo e cosa è Micron:
Siamo i cervelli che non vogliono andare via dall'Italia, ingegneri e ricercatori di Micron, una compagnia americana che nonostante stia facendo ricavi da record si impossessa dei brevetti e delle tecnologie italiane per portarle in America e licenziare 400 famiglie in Italia, abbandonati anche dal governo italiano che dimostra miopia con il suo ruolo passivo nei confronti di chi specula con acquisizioni e dismissioni...
Nel 2007-2008 STMicroelectronics, tra le aziende in Italia a più alto valore tecnologico in quanto tra i primi produttori mondiali di microelettronica, scorpora la divisione che si occupa di memorie (Numonyx) nel 2010 questa viene acquisita dalla statunitense Micron.
Micron acquisisce impianti, attrezzature, capitale umano, tecnologie, portafoglio prodotti e relativi clienti quindi parte importante del mercato globale delle memorie.
Micron passa da un passivo di 1 miliardo e 800 milioni di dollari del 2009 ad un attivo di 1 miliardo e 800 milioni di dollari del 2010.
L'azienda americana in pochi anni, dopo essere diventata proprietaria di tecnologie e brevetti sviluppati da Italiani in Italia e avere fatto affari attraverso prodotti e clienti derivanti dall'acquisizione, nonostante i risultati dell'ultimo trimestre rappresentino un record per la società (i ricavi ammontano a oltre 4 miliardi di dollari) ha aperto in data 21 Gennaio 2014 la procedura di licenziamento collettivo per 419 esuberi su un totale di 1070 addetti.
Purtroppo, ad aggravare tutto ciò, io e i miei colleghi esprimiamo il serio timore che l'intento di tagliare il 40% del personale prefiguri la volonta' di dismettere totalmente la presenza in Italia dell'azienda lasciando per la strada un migliaio di Ingegneri, tecnici e ricercatori, creando un enorme disagio sociale (decine di famiglie hanno entrambi i coniugi minacciati di licenziamento) e non da meno la perdita di quel know-how di eccellenza ricavato da decenni di lavoro e di esperienza impossibili da recuperare.