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DISSESTO, CGIL-CISL-UIL E UGL AL SIDACO: "CONVOCHI UN TAVOLO PER IL LAVORO"

DISSESTO, CGIL-CISL-UIL E UGL AL SIDACO: "CONVOCHI UN TAVOLO PER IL LAVORO"

03/08/2018 12:53

Attivo unitario, con assemblea: «Serve fronte comune guardando al modello "Salva Napoli"»

Conoscere tempi e contenuti strategici del ricorso del Comune alla proclamazione del dissesto. Convocare il "tavolo del lavoro" tra sindacati e associazioni datoriali già la prossima settimana, e infine, incontrare urgentemente il sindaco Pogliese. In parole povere: aprire una "vertenza Catania", pena non solo il tracollo del capoluogo etneo ma anche per territori collegati su molti fronti.

Le segreterie di Cgil, CISL, UIL e UGL di Catania si sono riunite stamattina nel direttivo unitario nella Sala Russo per fare il punto sulla proclamazione del dissesto al Comune. Nel corso dell'incontro che si è trasformato in un'assemblea pubblica molto partecipata su temi direttamente collegati al rischio dissesto, e cioè il futuro del personale comunale, il destino delle partecipate, delle coop sociali e persino degli enti culturali e teatrali, le segreterie si dichiarano "profondamente preoccupati per una vicenda che non può essere sottovalutata, men che mai perché siamo ad agosto. Non c'è volontà di aggressione ma di ragionare insieme su come affrontare una morte annunciata".

Per i quattro segretari generali "le criticità aperte toccano punti nevralgici del mondo del lavoro e delle imprese. È perciò necessario fare fronte comune con associazione datoriali che comprendano artigiani e industriali. Ogni ipotesi minimalista è invece molto pericolosa".

Dal dibattito pubblico è emersa la necessità di fare squadra tra lavoratori, associazioni, istituzioni come Inps e Regione, e partiti a prescindere dalle appartenenze, guardando anche al modello del "Salva Napoli" .
I primi timori riguardano i dipendenti comunali dei servizi, i precari e l'efficienza dell'apparato amministrativo, dato che i dirigenti di aree strategiche oggi sono con contratti a termine di prossima scadenza.
La paura più forte, soprattutto in merito al mancato pagamento delle Coop sociali da parte del Comune, già in questa fase, è quella che i servizi fino ad oggi assicurati ai più deboli naufraghino miseramente.

A rischio c'è anche la predisposizione dei progetti esecutivi relativi alle opere pubbliche del Patto per Catania.
Il 16 giugno scorso, inoltre, uno studio della Uil ha evidenziato come i catanesi si sarebbero trovati a pagare 22 euro in più rispetto alla media nazionale per il solo acconto Imu-Tasi sulle seconde case che non sono un lusso: lavoratori dipendenti e pensionati, infatti, sono nel nostro Paese il 76 per cento dei proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Preoccupazione particolare è stata espressa anche per partecipate come Multiservizi e Amt (non è stata esclusa l'ipotesi di chiedere commissariamenti nell'attesa che vengano nominati i nuovi cda).

Proseguono Rota, Attanasio, Meli, e Musumeci: "Un miliardo e 600 milioni di euro sono purtroppo una montagna di debiti che i catanesi si ritrovano oggi a scalare a mani nude. I cittadini catanesi pagano ormai da tempo aliquote tributarie al massimo livello possibile. Ai tributi con sovrapprezzo, quindi, i catanesi dovranno ora aggiungere a causa del dissesto anche forti riduzioni nella spesa sociale e la immane ricaduta occupazionale che verrà provocata dal mancato pagamento dei crediti dovuti dal Comune alle imprese fornitrici. Insomma, una sciagura che si spera venga scongiurata dal ricorso contro la delibera della Sezione di controllo della Corte dei Conti.

Al sindaco chiediamo confronto su questioni concrete, a partire dall'affidamento dell'incarico tecnico-legale per la stesura del ricorso contro la delibera della Corte dei conti. Che tempi ci sono per il ricorso al dissesto? Quali accorgimenti, ci auguriamo coraggiosi, sta per preparare il Comune?"

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