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SERVIZI SOCIALI, OLTRE AL RIGORE OCCORRE RAZIONALIZZAZIONE E MAGGIORE TRASPARENZA

SERVIZI SOCIALI, OLTRE AL RIGORE OCCORRE RAZIONALIZZAZIONE E MAGGIORE TRASPARENZA

20/02/2014 12:08

Rotolo e Attanasio sulle questioni poste da un articolo su "La Sicilia" e da una polemica sul sito del Comune

In arrivo, decine di milioni di euro per i servizi sociali: regole trasparenti permetterebbero maggiore informazione ai cittadini, più efficienza nei servizi forniti e maggiori economie

«Basta con le frammentazioni: occorrono interventi confluenti in un’unica direzione»

«Si avvii una rinnovata stagione di ampia e partecipata concertazione sui temi del sociale e della fiscalità locale»

Catania, 19 febbraio 2014 – L’articolo pubblicato lunedì 17 febbraio, sul quotidiano la Sicilia, sui controlli del Comune di Catania alle strutture socio-assistenziali, e la recente querelle Serafini-Consoli relativa al sito web del Comune hanno messo l’accento su due importanti questioni: il rigore nella valutazione della qualità e della legalità degli interventi a favore di anziani, disabili e minori, e la trasparenza e l'accessibilità degli atti amministrativi che concorrono a realizzare una amministrazione aperta e al servizio del cittadino.  

Integrando le due questioni, possiamo affermare che la maggiore trasparenza nella gestione e nella programmazione delle risorse e delle azioni riferite al welfare locale permetterebbe ai cittadini, e a tutti gli “stakeholder”, o “portatori di interessi” sociali, di verificare i livelli di spesa, la corretta destinazione dei fondi, l’ottimizzazione dei servizi al cittadino e l’istituzione di servizi innovativi, efficaci ed efficienti. La trasparenza, cioé, sarebbe anche capace di contribuire positivamente a contrastare la crisi socio-economica che stiamo attraversando.

Al Comune di Catania, arriveranno, a breve, seppur con notevoli tagli, decine di milioni di euro per i servizi sociali: sia come Comune capofila del distretto socio-sanitario n. 16, dalla legge 328/2000, dai fondi dei Piani azione e coesione (Pac); sia come Comune singolo, dai fondi PISU-PIST e dai fondi disposti dalla legge 285/97 per la “promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza". Per non parlare di altri fondi nazionali e comunitari, di quelli per il bonus socio-sanitario, di quelli per la social-card e l'home care premium e altri ancora.

Si tratta di risorse che permetteranno anche di potenziare i servizi di cura esistenti, come ad esempio l’assistenza per gli anziani nelle forme integrata (Adi) e ausiliaria (Ada); e di avviarne di innovativi per l'infanzia, come spazi-gioco, asili nido di caseggiato, asili a titolarità pubblica affidati ai privati e altri servizi integrati. Tutte queste azioni, tra innovative e rinnovate, necessitano di regole trasparenti che mettano il cittadino nelle condizioni di sapere, attraverso una chiara “carta dei servizi”, chi fa cosa, come e dove la fa.

Ciò consentirebbe, anche, un diverso controllo delle azioni con un meccanismo di ritorno a “feedback”, a retroazione, evitando così di duplicare e sovrapporre misure e prestazioni e di lasciare fuori soggetti che possono e devono fruire dei servizi. Inoltre, consentirebbe di economizzare i costi di gestione che certamente porterebbero risparmi da riversare sugli stessi servizi migliorandoli laddove fossero carenti.

Si costruirebbe, così, un buon sistema di welfare locale, che può rappresentare una leva anticiclica da attivare per contrastare i devastanti effetti socio-economici che ha prodotto e sta producendo il perdurare della crisi sulle famiglie. Effetti amplificati dall’aumento della disoccupazione e della pressione fiscale, dall’incremento della povertà e del disagio sociale.

Un sistema trasparente e ben funzionante può rilanciare una crescita equilibrata e inclusiva, fondata sulla centralità della persona e dei suoi diritti, grazie al valore aggiunto generato dalla coesione, frutto di una forte concertazione con tutti i “rappresentanti sociali” del territorio.

Ma per fondare tale sistema e per rispondere adeguatamente alla domanda di servizi di cura, di assistenza alla persona e socio educativi in continuo aumento, occorre orientare al meglio ogni risorsa e investimento per le politiche di welfare. Non è un caso che, laddove vi sia una migliore protezione e buona concertazione sociale, le economie risultano più efficienti e competitive.

Le esigenze di contenere la spesa pubblica adoperate nel territorio, con i tagli lineari e i vincoli dati dal patto di stabilità, l’empasse nei rapporti istituzionali con una Regione poco attenta al “reale bisogno del territorio”, l’inidoneità, rispetto a un reale bisogno (spesso gli enti procedono seguendo vetusti dati ISTAT) di rinnovare interventi e servizi locali, il carente coinvolgimento degli attori sociali, la non tracciabilità dei fondi di finanziamento e la scarsa trasparenza del procedimento di affidamento di servizi sono ricadute negative proprio sulle politiche di “city welfare” e principalmente di quelle socio-sanitarie e assistenziali.

Tali ricadute hanno spesso notevoli conseguenze anche sui lavoratori del settore che, per effetto domino, si riversano poi sulle fasce più deboli ovvero sulla popolazione assistita di cui la Cisl si fa portavoce, specialmente in questo periodo di forte disagi economici e sociali.

Occorre dunque dire “basta” alla logica delle “frammentazioni” dei fondi di finanziamento nazionali, regionali e di bilancio locale. L’amministrazione locale dichiari, alla fine della preparazione del bilancio di previsione, le misure e le relative somme che saranno impegnate sul sociale.

Occorre che tutti gli interventi economici confluiscano in una unica direzione di intervento, che generi trasparenza nell’azione e produca la necessaria correzione a un sistema “poco cristallino” che è sopravvissuto, a oggi, in diverse amministrazioni comunali e che ha prodotto sconquassi nelle casse dei comuni e impossibilità a rispondere alle esigenze reali della comunità.

È importante, per la Cisl di Catania, che si apra da subito una rinnovata stagione di una più ampia e partecipata concertazione sui temi del sociale, della fiscalità locale, delle politiche sulla famiglia e sulle non autosufficienza, con piena disponibilità da parte nostra verso chi si dimostrerà concreto e rispettoso interlocutore nella logica unica di accrescimento del bene comune.

Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania

Maurizio Attanasio, segretario territoriale Cisl Catania

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