Home  -  News

WELFARE, UN NUOVO SISTEMA PER LE NUOVE POVERTÀ

WELFARE, UN NUOVO SISTEMA PER LE NUOVE POVERTÀ

23/11/2013 00:02

Convegno CISL e FNP CISL: "Famiglia e povertà - welfare sostenibile per le nuove povertà"

Indagine su 2229 famiglie nelle zone Metropolitana, Ionica e Pedemontana/Calatino

Crisi, recessione e tassazione penalizzano le condizioni di pensionati, giovani e nuclei familiari monoreddito

CATANIA, 22 novembre 2013 - Anziani soli con pensioni inadeguate, donne tra i 45 e 64 anni in nuclei familiari senza reddito, adulti con famiglia numerosa e reddito insufficiente. Hanno dovuto cambiare stile di vita ma sono lontani per pudore dalle strutture di assistenza. Sono le criticità prevalenti in provincia di Catania, le nuove povertà che la crisi ha fatto emergere, svelate dalla ricerca condotta dalla Cisl e dalla Fnp Cisl etnee, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania, su un campione di 2269 intervistati. Per loro il sindacato chiama al confronto Stato, Regione, enti locali e forze sociali per costruire un nuovo “welfare” con misure più efficaci e una sistema fiscale più equo.

I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi nell’ambito del convegno “Famiglia e povertà, welfare sostenibile per le nuove povertà”, che ha registrato le analisi e le proposte scaturite dalla ricerca.

A parlarne, davanti a numerosi amministratori pubblici etnei intervenuti, sono stati Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl CT; Marco Lombardo, segretario generale Fnp Cisl CT; Simona Gozzo, docente di Sociologia, Dip.Sc.Politiche e sociali dell’Università di Catania; don Piero Sapienza, direttore Ufficio pastorale per i problemi sociali e lavoro Arcidiocesi Catania; Alfio Giulio, segretario generale Fnp Cisl Sicilia; Maurizio Bernava, segretario generale Cisl Sicilia; Attilio Rimoldi, segretario nazionale Fnp Cisl.

La ricerca è stata condotta su tre aree: Metropolitana con i quartieri di Catania Barriera, Picanello e Fortino, e i comuni Gravina, Mascalucia, Misterbianco, S.P.Clarenza, Paternò, Ionica con Aci S.Antonio, Acicastello, Acireale, Giarre, Riposto e Viagrande; Pedemontana/calatino con Adrano, Caltagirone. A coordinare l’indagine, Maurizio Attanasio, segretario territoriale Cisl con delega al Welfare; Giovanni Grimaldi, responsabile del Dipartimento formazione Fnp Cisl Catania; e i responsabili delle sedi Cisl e delle Leghe pensionati con un meticoloso lavoro svolto nelle zone interessate.

«I profili venuti fuori dalla ricerca – ha sottolineato Gozzo – sono tre: il primo si caratterizza per la solitudine, la mancanza di informazioni rispetto alle strutture e servizi di assistenza e l'elevata spesa per farmaci, casa e bollette. Il secondo è tipico di soggetti che dichiarano di aver cambiato stile di vita per mancanza di reddito, motivi di salute o per motivi familiari. Si tratta di un profilo che conosce e si rivolge agli enti assistenziali e ad amici. Il terzo profilo è caratterizzato da soggetti dal reddito assente o non sufficiente e con famiglia numerosa, che cambiano stile di vita per cause connesse al lavoro e che conoscono le strutture di volontariato. Un'ulteriore problematica è riferita ai soggetti giovani che vivono in nuclei familiari con minori e che, pur in condizioni precarie, vengono aiutati dal nucleo familiare da cui, verosimilmente, ancora dipendono. Meno problematico appare, infine, il profilo degli uomini adulti in famiglie con uno o più redditi».

Per quanto riguarda le criticità per area, si sono distinti i profili prevalenti nelle tre aree ionica, metropolitana ed extra-metropolitana del catanese per meglio orientare la programmazione degli interventi socio-assistenziali.

«Il profilo più problematico – ha spiegato Gozzo – sembra essere quello metropolitano, caratterizzato da condizioni sostanzialmente insostenibili sul piano economico, con un'alta incidenza di famiglie senza reddito o con reddito insufficiente per far fronte alle spese mensili. L'area pedemontana e del Calatino si presenta come meno problematica, mentre alla ionica non si associano specifiche criticità. Analoghe associazioni si rilevano distinguendo ulteriormente tra area centrale di Catania e Hinterland».

«Siamo in presenza di un dramma sociale che obbliga tutti ad assumere iniziative di grande responsabilità – ha detto Lombardo (Fnp Cisl) - per uscire dalla crisi costruendo uno “stato sociale” responsabile, trasparente e rivolto sempre più alle persone che hanno veramente bisogno. Il modello di welfare va cambiato attraverso il ripensamento complessivo dell’intervento sociale, affidato finora a interventi singoli ed episodici, spesso dotati di scarsa efficacia e non collegati tra loro. Esistono infatti decine di tipologie di interventi economici a famiglie, anziani e bisognosi, gestiti in modo separato anche nello stesso ente o ufficio, al di fuori di qualsiasi regia o coordinamento».

Per Rotolo «sul fronte del welfare è necessario porsi un ampio orizzonte operativo per riempire i vuoti delle prestazioni sociali garantite fino a ieri dallo Stato e dalle sue articolazioni sul territorio: vanno costruiti sistemi d’integrazione tra tutti i soggetti, pubblici e privati, che agiscano in favore di chi si trova nelle condizioni di bisogno, allargando gli spazi di confronto per scelte condivise e rispondenti alle necessità collettive. Un sistema che rispetti i livelli essenziali di assistenza, ancora da definire, da assicurare a tutti, con relativi costi e fabbisogni standard, che dia priorità alla prevenzione, promuova e realizzi l’integrazione socio sanitaria».

«Abbiamo avviato, assieme alle altre forze sociali – ha ricordato poi la segretaria generale della Cisl di Catania - il dialogo con molti comuni catanesi, sollecitandoli alla contrattazione territoriale, per un confronto di più ampio respiro su temi strategici legati alla vita delle persone nel territorio. Con la necessità di partire dalla rilevazione dei bisogni reali delle persone, con al centro la famiglia, con l’obiettivo di migliorare il numero e la qualità dei servizi offerti. Migliorando l’attenzione verso tutte le opportunità per trovare risorse finanziarie, una chiara capacità progettuale e oculatezza nella spesa».

Di un «umanesimo nuovo, fraterno e solidale che tocchi anche l'economia» ha parlato don Sapienza, ricordando le parole dei pontefici Benedetto XVI e Francesco.

«Per la Cisl e la Fnp – hanno quindi rimarcato Bernava e Giulio – è necessario identificare le criticità definendo le priorità di azione; istituire appositi confronti a livello locale tra istituzioni e parti sociali per definire un “ecosistema della conciliazione” attraverso la costituzione dei “tavoli di concertazione sulle politiche di genere” dove si tenga insieme lo stato sociale dei servizi e il mondo del lavoro; focalizzare gli obiettivi per identificare le risorse locali esistenti o i possibili canali di finanziamento sia nazionali sia come fondi strutturali europei; progettare le azionidefinendoli in una visione di medio-lungo periodo, capace di immaginare la direzione di percorso a tappe strategica al sistema per i prossimi anni,con relativa verifica e monitoraggio dei risultati; dare la più ampia diffusione delle informazioni sui comuni, dei loro cambiamenti sociali, dell’attuale geografia dei servizi pubblici e privati e, soprattutto di quelli informali, di cura». 

Nella foto, da sin. Gozzo, Rimoldi, Bernava, Rotolo, Lombardo, Giulio e Sapienza

CANALE - CISL CATANIA

A PROPOSITO DI
La Donna
CANALI TEMATICI